Ogni anno annovera ricorrenze, anniversari, date di particolare significato. E non fa certo eccezione il 2025. Quarant’anni fa, ad esempio, era maggio del 1985, Nature pubblicava i risultati del report di un gruppo di scienziati inglesi: l’individuazione di un assottigliamento, un “buco” nello strato di ozono sopra l’Antartide. Una delle scoperte ambientali più importanti degli ultimi decenni. E restando in tema di tutela del nostro patrimonio naturale va citato un anniversario di grande suggestione che cade proprio quest’anno. Ottocento anni fa San Francesco componeva il “Cantico delle Creature”, noto anche come “Cantico di Frate Sole”: considerato il primo componimento poetico in volgare, è un inno alla lode del creato. Un testo che celebra quel vincolo, quel legame tra spiritualità e natura, tra chiesa e tutela ambientale che la storia che segue rinverdisce.
Le ali del Giubileo
Ascrivibile alla rubrica “forse non tutti sanno che…”: i falchi pellegrini prendono il loro nome dall’abbigliamento tradizionale dei pellegrini che nel Medioevo percorrevano i cammini devozionali italiani ed europei. E in effetti la cuffietta dei camminanti ricorda il piumaggio del capo di questi animali. Probabilmente anche a questo hanno pensato progettando la prima mappa illustrata degli uccelli nidificanti in Chiese e Monumenti dei Cammini giubilari.
Il progetto – in versione bilingue italiano/inglese – si chiama «Le Ali del Giubileo/The Wings of the Jubilee» (Pandion Edizioni), è un prodotto editoriale che contribuisce a unire l’immaginario monumentale del nostro Paese – in particolare quello religioso – con la conoscenza e la tutela della biodiversità. Da sempre, ogni Giubileo, oltre alla spiritualità, rappresenta un’occasione di scoperta artistica e monumentale per chi arriva a Roma: ecco, la mappa – voluta da Lipu, Monumenti Vivi, Sropu, Marevivo assieme ad una comunità di appassionati naturalisti – aggiunge un pezzetto, una tessera naturalistica al puzzle.
Dai gabbiani di papa Leone lo spot migliore
Insomma, si fa presto a dire piccioni. La realtà è che cattedrali, basiliche & Co. ospitano una gran quantità di avifauna, sicuramente più di quel che potremmo credere. Tanto da alimentare un progetto autonomo di birdwatching. Come dire, un birdwatching “ecclesiale”. Lo spot più efficace è arrivato con l’elezione del nuovo pontefice quando la coppia di gabbiani nidificanti sulla Cappella Sistina ha accompagnato le ore di attesa per la fumata bianca che ha annunciato l’avvenuta elezione di Leone XIV.
Non solo piccioni, si diceva. E non solo gabbiani, va aggiunto. Ci sono gheppi, falchi pellegrini, rondoni e balestrucci, codirossi e onnipresenti storni. Uccelli, in parte stanziali e in parte migratori che puntuali tornano a nidificare nelle chiese di Roma. Vanno forte come dimore elettive le sette basiliche romane ed in particolare San Pietro con la sua enorme cupola ma anche Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme e San Lorenzo fuori le Mura. Con le loro alte torri sono particolarmente ricercate da molti uccelli non solo perché soddisfano il requisito dell’altezza, e quindi della sicurezza, ma anche per l’abbondanza di nicchie, fessure ed anfratti che gli permettono di allevare la prole all’interno di rifugi da loro facilmente raggiungibili e ben riparati. Praticamente pareti rocciose surrogate.