Il nucleare in Europa arranca, mentre le rinnovabili corrono. Secondo il nuovo rapporto di Global Energy Monitor, la capacità eolica e solare in costruzione o in fase di avvio è 14 volte superiore a quella del nucleare. Una sproporzione che non dipende solo da strategie politiche, ma da un fattore decisivo: i tempi e i costi.
Il quadro globale non sorride all’atomo. Dalla metà del Novecento a oggi, quasi il 40% dei progetti nucleari annunciati nel mondo – pari a 566 gigawatt – è stato cancellato, più di tutta la capacità attualmente in funzione (401 GW) o già ritirata (116 GW). L’Europa ha dato un contributo importante a questa tendenza: sono saltati 122 GW di nuova capacità pianificata, un valore superiore alla flotta nucleare operativa di qualsiasi Paese del continente. A questo si sommano 68 GW di impianti dismessi e un parco reattori che, per il 90%, ha superato i 35 anni di età.
La corsa delle rinnovabili
Mentre il nucleare perde colpi, le rinnovabili macinano record. I dati del Global Integrated Power Tracker offrono un quadro preciso: in Europa sono in fase di costruzione o pre-costruzione oltre 600 GW di capacità eolica e solare su larga scala. Una cifra che surclassa i 9,3 GW di nuovi impianti nucleari in cantiere, destinati per lo più a rimpiazzare vecchi reattori in dismissione più che ad aumentare davvero il totale installato.
E non è solo questione di quantità: anche la rapidità fa la differenza. Un parco solare o eolico può entrare in funzione in un arco di tempo che va da uno a quattro anni. Un reattore nucleare, invece, richiede almeno un decennio, spesso di più.
Una sfida contro il tempo
Con la finestra climatica che si restringe – restano pochi anni per contenere il riscaldamento entro 1,5-2°C – la lentezza del nucleare pesa come un macigno. Ritardi e costi imprevisti rischiano di renderlo irrilevante per la transizione, almeno entro il 2030.
Lo ricorda Joe Bernardi, project manager del Global Nuclear Power Tracker di Global Energy Monitor: “Il nucleare è in ritardo rispetto all’eolico e al solare per quanto riguarda i costi, i tempi di costruzione e la crescita del mercato. Hinkley Point C nel Regno Unito, a cui mancano ancora anni al completamento, illustra i lunghi cicli di costruzione tipici dei nuovi reattori. Ritardi analoghi in Francia e Finlandia rafforzano questo schema”.
Il nucleare resta una tecnologia controversa: può contribuire a ridurre le emissioni, ma rischia di arrivare troppo tardi e a costi troppo alti. Intanto l’Europa continua a spingere su eolico e solare, che avanzano rapidamente e a prezzi in calo, consolidando un vantaggio che sembra sempre più difficile da colmare.