11 Marzo 2025
Milano, 11°

Mobilità

Occhio alla batteria della bici elettrica: ecco i trucchi per farla durare di più

Tre giorni per sentire il polso delle due ruote. A Motodays (Fiera di Roma 7-9 marzo), saranno esposti modelli, prezzi, tendenze. Si profileranno con maggior chiarezza alcuni numeri. Ma già alla vigilia qualcosa si può dire. Per sapere che aria tira non serve un’analisi di mercato, basta affacciarsi sulle strade di Roma, così come in quelle delle maggiori città italiane, invase da un numero crescente di due ruote. Il perché è evidente: chi abita le aree urbane interpreta gli umori collettivi meglio di alcune case automobilistiche tradizionali che sembrano scommettere sui Suv, macchine sempre più grandi, sempre più pesanti per strade che, nei centri storici italiani, restano a misura di carrozze e cavalli.

Alla necessità di destreggiarsi nel traffico si aggiunge quella di abbattere l’impatto ambientale dei trasporti che oggi in Italia sono responsabili di oltre un quarto delle emissioni di CO2 e di circa un terzo dei consumi finali di energia, con un trend che invece di decrescere come negli altri settori, continua ad aumentare (esclusa la pausa forzata imposta dal Covid). Necessità che, in maniera purtroppo molto incostante, vengono sostenute da incentivi.

Ecco perché, in alternativa ai Suv (che a Parigi hanno già visto triplicare le tariffe per il parcheggio), molti cittadini puntano sulle due ruote. Due ruote che svolgono in ogni caso la funzione di decompressione degli spazi, ma che aiutano a liberarci da smog e gas serra solo quando sono alimentate da energia rinnovabile o muscolare (che in fondo è un’altra forma di energia rinnovabile).

Sono queste le ragioni per cui la micromobilità urbana cresce a livello globale. Mentre il cartello fossile snobba la mobilità leggera ed elettrica considerandola una nicchia per pochi privilegiati, in India scooter, moto e risciò elettrici spopolano, sostenuti da un piano federale da 1,3 miliardi di dollari. Analoga la situazione in Cina, che rilancia anche con auto elettriche low cost a misura di città.

In questo scenario qual è la possibilità di crescita per la micromobilità in Italia? Per Giovanni Fabi, il presidente di Terravision Electric che parteciperà a uno degli incontri di Motodays, si apre uno spazio che non riguarda solo l’hardware ma anche il software della mobilità elettrica: “Noi operiamo anche nel settore della vendita bici e moto elettriche, ma riteniamo che una fascia di mercato importante e ancora poco valorizzata sia quella dell’assistenza.

Ad esempio Terravision Electric offre il servizio di rigenerazione delle batterie per monopattini, biciclette e scooter elettrici. È una possibilità interessante perché in questo modo il proprietario di una due ruote elettrica può risparmiare fino al 30% rispetto all’acquisto di una nuova batteria. Inoltre inquina molto meno perché non deve smaltire la vecchia batteria ma solo la piccola componente che ha perso efficienza. Per questo è importante fornire ai clienti informazioni corrette sulla durata delle batterie e sulla loro manutenzione”.

Per alcune informazioni si può essere precisi, per altre occorre spiegare che molto dipende dall’uso. Ad esempio indicare con esattezza le prestazioni di una batteria in termini di chilometri che si possono percorrere è praticamente impossibile. Molto dipende dalle modalità di impiego: il peso che viene trasportato, il numero e la consistenza delle salite. Anche il fattore meteo conta: il rendimento ottimale avviene con temperature comprese tra i 20 e i 25 gradi. Dal punto di vista termico le batterie ci somigliano, soffrono quando fa troppo caldo e quando fa troppo freddo.

“In genere la vita della batteria impiegata su mezzi di micromobilità elettrica è definita in cicli: in base alle componenti varia tra i 1.000 e i 3.000 cicli”, aggiunge Fabi. “Ma trattarla bene è fondamentale. Ad esempio se non si usa per qualche mese e la si lascia attaccata al mezzo è facile giocarsela: bisogna staccarla, caricarla, conservarla in un luogo fresco e asciutto. Ci sono caricabatterie intelligenti che impediscono il sovraccarico e si spengono automaticamente quando la batteria ha raggiunto un giusto livello”.

La micromobilità è destinata a crescere in ogni caso, ma mettere assieme soggetti pubblici e privati per creare un buon dialogo tra le varie anime della mobilità dolce è essenziale.

Condividi