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Cultura

Panoramica sul Salone del libro attraverso l’evoluzione editoriale pensata per i giovani, ma diretta dagli adulti

18.05.2023

Occorre impegno per cambiare: i ragazzi, l’hanno capito. Gli editori, chissà. Ai tempi della società fluida, nel frullatore dell’Editoria, Generazione Z e Millenials impongono scelte e indirizzano progetti, per schivare i tranelli della sovrapproduzione letteraria e le insidie di un approccio inedito alla lettura

Al Salone del Libro di Torino i temi e gli interessi si intrecciano, insieme ai programmi. Parlare dell’Editoria, la prima industria culturale del Paese, diventa ineludibile. E nella frenesia generale festivaliera, per contraltare, riaffiora l’esortazione attribuita da Svetonio al divo Augusto Imperator: «festina lente», affrettati lentamente. Un paradosso, ma solo apparente se riferito al rapporto biunivoco tra scrittore-editore (bisognoso di “darsi tempo”), ed una macchina complessa come quella editoriale, specie se riferita al mondo dei giovani, e alla istantaneità della comunicazione che detta tempi, mode, riscontri rapidi, assurgendo a spazio dinamico dove la realtà viene ricreata nella scena mediatica in alta definizione ed in tempo reale. Il mercato del libro per ragazzi è sempre più appetibile, avendo una centralità strategica nel comparto editoriale, perché sovente, sono proprio loro i protagonisti delle storie e i destinatari delle stesse.

No, non vogliono perdere le emozioni della serialità legata alla loro età, e il “format saga” garantisce loro di immergersi in quel mondo fantasy, mentre le ragazze si legano agli orizzonti dell’intimismo e dei sentimenti. I libri che raccontano mondi fantastici o straordinarie avventure risultano essere i più amati degli adolescenti italiani, e così il fantasy conquista il 64% delle preferenze, davanti ai romanzi di fantascienza. E se i libri rosa o le storie d’amore (9%) insieme ai saggi e le letture specialistiche (7%), arrancano, sono i fumetti, manga e i libri illustrati a salire sul podio delle vendite, anche grazie all’effetto trainante di autori acutamente svegli, pronti ad intercettare la contemporaneità irridente (mediata dal romanesco) come Zerocalcare. Passione autentica, poi, a livello mondiale (Italia inclusa) per i classici moderni, come l’osannato Harry Potter (il primo, “La pietra filosofale” di J.K. Rowling compie 25 anni), seguito da “Il Piccolo Principe” di Saint-Exupéry e “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. Con Agatha Christie e Stephen King, in panchina.

Superata la fase di calo del 2020, anche a fronte della pandemia con effetto-ribaltamento, però, ben il 51% dei giovani aveva letto un libro nell’ultimo anno, secondo una ricerca di GoStudent (2022). E questo grazie alla marcia di Generazione Z e Millennials, vero treno-motore in crescita. Le ragazze tra gli 11 e i 24 anni hanno guidato il gruppo, confermando un trend positivo destinato a durare, ma insufficiente (al momento) a equiparare gli omologhi spagnoli (65%), messicani (69%) e turchi (84%). C’è da migliorare il problema con la lettura di chi pur volendolo fare non ha abbastanza tempo (41%) a causa degli obblighi di scuola, la sola che, poi, riesca ad influenzare le abitudini di lettura dei più giovani (42%), nell’imporre testi per i compiti a casa (2021: 37%), assottigliando così le loro scelte autonome (34%). L’editoria ha subìto cambiamenti radicali di comunicazione, distribuzione e approccio al prodotto. Sono gli stessi lettori giovani, che, in Rete, sempre più si confrontano, scambiano pareri, s’interfacciano con gli autori e i librai. Ricordando che, sì, scrivere è infinitamente più faticoso di leggere, ma la lettura richiede un approccio cognitivo verticale, mentre i ragazzi hanno un approccio orizzontale o a spirale (ora). Occorre impegno per cambiare: i ragazzi, l’hanno capito. Gli editori, chissà!?!

Credito fotografico;

Dal manifesto Salto extra; Salone internazionale del libro Torino

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