15 Maggio 2024
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Istruzione

Perché crescono i casi di violenza nelle scuole?

08.02.2024

La divergenza di ruolo tra docenti e genitori aumenta il disagio all’interno del Sistema Scolastico. La notizia del Preside, aggredito a Taranto dal padre di un’alunna, accende il dibattito. Occorre un supporto psicologico all’interno delle strutture scolastiche?

Nell’ultimo periodo sono decisamente in aumento i casi di violenza all’interno del contesto scolastico, a significare il disagio sempre più profondo all’interno del Sistema Scuola. Alla notizia del Preside, aggredito fisicamente a Taranto dal padre di un’alunna, ha fatto seguito l’episodio ancora più grave a Varese, protagonista un alunno diciassettenne che ha accoltellato alle spalle, all’ingresso della scuola, la sua professoressa. Fatti violenti avvenuti in quello che dovrebbe risultare un contesto di crescita e una “seconda casa” per gli studenti, dato che gran parte del tempo nell’età evolutiva lo si passa all’interno delle pareti scolastiche.

“La scuola rappresenta il primo contesto sociale esterno alla famiglia che impegna il bambino dal punto di vista cognitivo, emotivo e delle relazioni con i coetanei e con l’adulto”. Questa citazione, ripresa dalla letteratura sulle relazioni genitori insegnanti, serve a sottolineare quanto il contesto scolastico sia di fondamentale importanza per la crescita e di come sarebbe importante venisse vissuto come luogo sicuro e protetto. È proprio al suo interno che si sviluppano le prime interazioni extrafamiliari, alla base delle relazioni future. Pertanto, non si può esulare dalla relazione tra insegnanti e genitori, il cosiddetto rapporto “scuola-famiglia”, una sfera sempre più complessa.

Negli ultimi anni sembrerebbe venuta meno la fiducia reciproca, producendo una confusione di ruoli. Da una parte, i docenti segnalano una eccessiva presenza dei genitori all’interno dell’ambiente scolastico, dall’altra i genitori si sentono qualvolta usurpati come educatori. Sarebbe importante sottolineare la differenza di questi ruoli, assolutamente distinti. Se da una parte il docente non deve fare da genitore, dall’altra occorre che i genitori riconoscano e rispettino la funzione educativa e formativa del docente, così come il giudizio espresso sul rendimento scolastico. Senza l’affermazione di questo principio, si rischia di sfociare in forme violente di rivendicazione a danno del corpo docente. Basti pensare che statisticamente, rispetto allo scorso anno, è stato segnalato l’aumento del 111% dei casi di violenza da parte di parenti di studenti. Non più sporadici, dunque, ma frequenti e tali da destare preoccupazione. La volontà di procedere alla stesura e approvazione di un disegno di legge governativo, sottolineata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, è stata la prima risposta a tutela dei docenti e di tutto il personale scolastico, per salvaguardarne la dignità professionale e l’incolumità e garantire la tutela legale. Valditara ha parlato di danno di immagine arrecato dalle aggressioni, perché “chi aggredisce un suo docente ha aggredito lo Stato stesso”. E, nel caso che a rendersene protagonisti in negativo siano i minori, dovranno essere i genitori a farsene carico. Preannunciato anche un ddl sul voto in condotta. Ma è chiaro che occorre promuovere l’educazione civica nelle scuole e attivare un supporto psicologico all’interno del sistema scolastico per tutti coloro che vivono un disagio e stanno affrontando situazioni di difficoltà.

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