11 Giugno 2025
/ 10.06.2025

Perché l’ecologia è salita a bordo della Flotilla

Pace e ambiente sono interconnessi. Per questo non stupisce che Greta Thunberg abbia indossato la kefiah e si sia fatta arrestare dagli israeliani

L’avete sentita anche voi la domanda: ma che ci faceva Greta Thunberg a bordo della nave della Freedom Flotilla, sequestrata da Israele mentre tentava di raggiungere la Striscia di Gaza? Questa domanda è il problema perché finché continueremo a pensare per compartimenti stagni non troveremo mai la soluzione, che sta in mezzo.

Ci si stupisce ancora che gli ambientalisti si occupino di quello che succede in Palestina e in altri luoghi dove i diritti umani più elementari vengono negati in modo sistematico, con violenza e arroganza. Come se si dovesse scegliere: ti vuoi occupare di noi esseri umani e dei nostri problemi, oppure della natura e dei problemi delle farfalle? Come se sia tecnicamente possibile sopravvivere senza i milioni di specie coinquiline che mantengono gli ecosistemi che ci danno aria e acqua. Come se sia politicamente possibile (oggi, in passato è stato fatto con una certa frequenza) accettare che una società si fondi sullo sterminio di un altro popolo.

Greta a molti non è simpatica anche perché lei non ha mai fatto nulla per diventarlo, semmai l’opposto. Come qualche volta accade, pregi e difetti sono due facce della stessa identità. Cocciuta, aspra, concentrata nella sua visione delle cose, negata per ogni mediazione, refrattaria al sorriso, in fuga dai giornalisti, questa ragazza che ha cominciato a far parlare di sé il mondo quando aveva appena 15 anni è l’antitesi della politica. La società che abbiamo costruito non le piace e non ne fa mistero. Non cerca accordi, compromessi, soluzioni realistiche. Parla del giusto, non del possibile. Ma la sua azione è coerente e, assieme alla battaglia dei palestinesi per il diritto a vivere, ha sostenuto quelle di altri popoli minacciati, come i Sami e i nativi delle foreste pluviali.

Greta non è l’unica a pensarla così. Che difesa dell’ambiente e difesa della pace siano due aspetti della stessa azione appare chiaro anche dal nome di una delle più celebri associazioni ambientaliste. Greenpeace è nata nel 1971 dalla decisione di far partire un vecchio peschereccio da Vancouver per denunciare i test nucleari effettuati dagli Stati Uniti nell’isola di Amchitka, nello Stretto di Bering. E per più di mezzo secolo, sopravvivendo ad atti di terrorismo come l’affondamento della sua nave ammiraglia Rainbow Warrior che costò la vita al fotografo Fernando Pereira, Greenpeace ha mantenuto viva con la sua azione l’idea della connessione tra la pace tra gli umani e la pace con l’ambiente. Ha alternato azioni contro i campi petroliferi artici di Gazprom alla richiesta di spostare fondi destinati alle armi verso energie rinnovabili e protezione ambientale, perché dietro molte guerre c’è lo sfruttamento delle risorse naturali.

Del resto, è il concetto stesso di ecologia integrale a fondere i due aspetti. “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”, era il titolo del messaggio di papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della pace del 2020.

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