30.01.2025
Il Cnr evidenzia il legame tra digitale e solitudine. Gli hikikomori e il ruolo del verde
Un tempo erano i cortili, le piazze e i parchi a rappresentare il cuore pulsante delle relazioni sociali tra i più giovani. Oggi, invece, il mondo virtuale ha preso il sopravvento, portando con sé un cambiamento radicale nei modi in cui bambini e adolescenti interagiscono tra loro. Questa trasformazione ha conseguenze profonde, come dimostra uno studio condotto dal gruppo di ricerca “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps), che ha identificato un preoccupante aumento del ritiro sociale tra gli adolescenti italiani. Parallelamente, altre ricerche sottolineano l’importanza cruciale degli spazi verdi per lo sviluppo psicologico e relazionale dei più piccoli, suggerendo una possibile via per contrastare la crescente solitudine giovanile.
In principio fu il Covid
La ricerca del Cnr-Irpps, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, ha analizzato il comportamento di oltre 7.500 adolescenti italiani tra il 2019 e il 2022, individuando tre profili distinti: le “farfalle sociali”, “gli amico-centrici” e i “lupi solitari”. Quest’ultima categoria comprende giovani che hanno progressivamente smesso di frequentare gli amici al di fuori della scuola, un fenomeno quasi raddoppiato dopo la pandemia, passando dal 5,6% del 2019 al 9,7% del 2022.
“Precedenti studi del nostro gruppo di ricerca avevano già chiarito le cause di alcuni effetti negativi del mutamento delle interazioni sociali accelerato della pandemia da Covid-19, che ha esacerbato la trasposizione delle relazioni umane verso la sfera virtuale”, spiega Antonio Tintori, tra gli autori dello studio. “Si è visto in particolare che l’iperconnessione, ossia la sovraesposizione ai social media, ha un ruolo primario in questo processo corrosivo dell’interazione e dell’identità adolescenziale e successivamente del benessere psicologico individuale”.
Via anche dai social
Lo studio evidenzia che l’iperconnessione è tra le principali responsabili dell’autoisolamento e della sofferenza psicologica che può portare a un aumento dei suicidi tra i giovani. Negli ultimi tre anni, il numero di adolescenti che si limitano alla sola frequentazione scolastica è aumentato drasticamente: i “lupi solitari” sono passati dal 15% al 39,4%. “Abbiamo, inoltre, constatato che coloro che già versano in uno stato di ritiro sociale presentano un uso più moderato dei social media: ciò apre all’ipotesi che, all’aumentare del tempo di isolamento fisico ci si disconnetta gradualmente anche dalle interazioni virtuali, ossia ci si diriga verso la rinuncia totale alla socialità”, aggiunge Tintori.
Antidoto naturale
Se la crescente digitalizzazione sta spingendo molti giovani verso il ritiro sociale, diverse ricerche dimostrano che il contatto con la natura e il gioco all’aperto possano costituire un antidoto efficace. Secondo uno studio dell’Università di Cambridge, pubblicato sulla rivista Nature Sustainability, i bambini che trascorrono più tempo in ambienti verdi sviluppano migliori capacità di cooperazione, empatia e problem solving rispetto ai loro coetanei che rimangono prevalentemente in spazi chiusi.
Il gioco all’aria aperta non solo rafforza le relazioni sociali, ma ha anche un impatto positivo sullo sviluppo motorio. Uno studio del Journal of Pediatrics ha evidenziato che i bambini che giocano regolarmente nei parchi presentano una coordinazione motoria superiore del 20% rispetto a chi non ha questa abitudine. D’altro canto, il contatto con la natura riduce i livelli di stress e ansia – nei più piccoli e non solo – favorendo il rilascio di endorfine, gli ormoni del benessere.
Ripensare le città
Nonostante la crescente urbanizzazione abbia ridotto gli spazi verdi nelle città, alcune amministrazioni stanno cercando di invertire la tendenza. A Copenaghen, ad esempio, sono nati parchi interattivi con percorsi sensoriali e aree gioco naturali, mentre in Italia iniziative come “Scuole all’Aperto” incentivano l’utilizzo di spazi verdi per l’educazione infantile.
I dati suggeriscono che la combinazione di iperconnessione, isolamento sociale e mancanza di spazi di aggregazione fisica sta creando una generazione sempre più incline al ritiro sociale. Tuttavia, gli studi sul gioco all’aperto offrono una possibile direzione per invertire questa tendenza. Se vogliamo evitare che il fenomeno degli “hikikomori”, la parola giapponese che indica l’isolamento sociale volontario, si radichi anche in Italia, è necessario ripensare gli spazi urbani e creare più opportunità per i giovani di incontrarsi nel mondo reale.
“Il nostro studio evidenzia l’urgenza di interventi educativi e formativi da rivolgere a genitori e docenti scolastici, nonché di sostegno per i giovani. Solo con un’azione combinata che unisca educazione digitale, sostegno psicologico e riprogettazione degli spazi sociali possiamo sperare di arginare questo fenomeno e restituire ai ragazzi il piacere di vivere le relazioni faccia a faccia”, conclude Tintori.
Nel frattempo, il gruppo di ricerca Musa del Cnr-Irpps prosegue il proprio lavoro con un’indagine di cinque anni, denominata “Mutamenti interazionali e benessere”, che analizzerà il comportamento di migliaia di adolescenti per comprendere meglio i fattori che portano al ritiro sociale e trovare strategie di intervento mirato.