30.06.2024
Il volume d’affari dei ristoranti italiani cresce del 9,6% rispetto al 2023, avvantaggiando anche gli altri settori. Sia in patria sia a livello internazionale, i numeri raggiungono traguardi molto importanti in un solo anno e coprono il 19% del mercato mondiale. Tantissimo. Tutti in numeri.
Da sempre è considerato uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese nel mondo, anche a vantaggio di altri settori nei quali il valore dell’Italia è ancora più cruciale. Sta di fatto che la cucina rappresenta uno dei nostri biglietti da visita all’estero per antonomasia, e in tal senso il 2023 si è dimostrato un anno importante per rilanciarsi dopo un periodo di (relativa) magra.
Nel corso di una tavola rotonda di Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzata) è stato, infatti, presentato il report Foodservice Market Monitor, curato da Deloitte, in cui emerge che nel 2023 il volume d’affari dei ristoranti italiani è cresciuto del 9,6% rispetto all’anno precedente. Questo significa che l’intero settore ha raggiunto un valore di 41 miliardi solo in Italia. Nel mondo, invece, è aumentato di 12 miliardi e il suo valore complessivo ha sfondato il muro dei 240.
C’è peraltro un altro aspetto che conferma un dato messo in discussione solo in teoria dai tempi che corrono e soprattutto dagli anni difficilissimi che abbiamo passato (tra Covid, lockdown, inflazione, guerre e prezzi impazziti). In buona parte del mondo è ormai pressoché incontrastabile l’impennata delle catene dei ristoranti, che a livello globale ha ormai superato addirittura un terzo della quota di mercato (35%) e che cresce del 10% ogni anno. Non in Italia, però, dove questo tipo di proposta a stento ha raggiunto il 10%. Meno di un terzo, quindi, rispetto alla media del resto del Pianeta.
Anche per questo motivo i ristoranti italiani coprono da soli il 19% del mercato mondiale. Tantissimo, se si pensa che per esempio l’intera area Asia-Pacifico arriva al 42%. Questo dato è aiutato anche dal fatto che in tutto il Pianeta continua ad essere preferito il cosiddetto «Full Service Restaurant», l’esercizio tradizionale con tavola apparecchiata, servizio e menù. Un tipo di proposta che da sempre caratterizza proprio l’Italia.
«Sono segnali estremamente positivi – ha sottolineato Tommaso Nastasi, value creation service leader di Deloitte Italia -. L’Italia rappresenta il primo Paese europeo per valore generato nel settore della ristorazione. La cosiddetta cucina italiana nel mondo continua a crescere, ma in generale tutto il mercato globale è in salute. Interessante è tra l’altro notare il fenomeno dello street food, una proposta dalla tendenza sempre più positiva e premiata dai consumatori del mondo intero».
Tra i Paesi che più aiutano a trascinare verso l’alto i numeri dell’Italia spiccano Brasile, Germania e soprattutto Stati Uniti. Passando in rassegna il totale dei Full Service Restaurant presenti sul loro territorio, infatti, quelli italiani raggiungono una percentuale del 23% nei primi due e addirittura il 35% negli Usa. Peraltro, ci si attende un ulteriore +3,8% di crescita globale nel quinquennio 2023-2028. «Le prospettive sono ottime, anche perché i consumatori sono sempre più attenti e consapevoli rispetto alla qualità dell’esperienza che accompagna il pasto di per sé», ha aggiunto Nastasi.