19 Settembre 2024
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Cultura, Economia, Società, Turismo

Sagre, eccellente contenitore dell’Italia profonda

21.08.2024

Sagra italiana a Parma, Emiglia Romagna.

Paese che vai, sagre che trovi. Se ne contano oltre 40.000, ma è impossibile censirle. Il 73% degli italiani le frequenta. Ogni anno attraggono 48 milioni di visitatori, di cui il 24% anziani, il 45% famiglie e il 31% giovani, per un indotto di 2,1 mld di euro. Il segreto delle sagre italiane.

Come trascorrere le vacanze per soddisfare palato e gusto? Andando alle sagre, naturalmente. Nel periodo estivo con code autunnali, spuntano come funghi. Molto più che semplici feste, le sagre sono il cuore pulsante della cultura e dell’economia locale, un’occasione imperdibile per celebrare le peculiarità di un territorio, dai prodotti agricoli alle tradizioni culinarie, dai costumi ai canti popolari. Esploso come fenomeno di costume, attraverso questi eventi, le comunità valorizzano le proprie radici culturali, rafforzano il senso di appartenenza, e in sostanza rinverdiscono la tradizione agricola percepita ancora come elemento fondante della cultura nazionale e della voglia di celebrarla. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, nel ventaglio infinito delle proposte, il binomio è lo stesso: rievocazione storica (anche quando è un riadattamento assessorile), esaltazione del prodotto locale e degustazione per le strade o in piazza, sotto i mille campanili italici.

L’originaria radice legata alle festività religiose (dal latino sacer, sacro) a scandire il calendario dei lavori nei campi, come la semina, il raccolto, le vendemmie, le fioriture in coincidenza con le feste patronali, ha assunto toni paganeggianti in una commistione tra sacro e profano. Diventa irresistibile quell’aria da strapaese, con il cibo a far da filo conduttore tra il rituale celebrativo e quello (più sentito) della convivialità. Così, interi borghi si vestono a festa e l’appuntamento estivo si trasforma in vera e propria occasione d’incontro per appassionati, turisti e curiosi vocianti, alla ricerca delle specialità locali gastronomiche cucinate da schiere di non professionisti (altro che chef stellati!) intente ai fornelli, tra aromi e profumi che invadono piazze e vicoli, col vino ad innaffiare il tutto. Tavolate lunghissime invadono ogni angolo, l’eccitazione sale e lo svago serale è assicurato. Il piatto “locale” (molto più appropriato del generico “tipico”) insieme al souvenir artigianale, identifica la stretta connessione tra prodotto e territorio, vero tramite delle eccellenze del Made in Italy, nel veicolare piccole produzioni di nicchia promosse (proprio) dalla vetrina ruspante della stessa manifestazione e volano per il turismo della zona ospitante. Sapore dopo sapore, riescono a comporre quel mosaico di prelibatezze che mediante le ricette tipiche compongono quella materia viva dinamica che è la cucina italiana.

Un viaggio affascinante alla scoperta delle culture regionali. Dall’asparago rosa di Mezzago (MB), in Brianza, Fiera del fungo porcino Igp di Borgotaro (PR), alla “Mandorlara – festa del mandorlo a tavola” di Agrigento, alla Sagra dei Fagioli di Sarconi (PZ), dal Carciofo romanesco di Ladispoli (RM), alla Festa della Focaccia, di Recco (GE) all’inebriante formaggio lucano, il Canestrato di Moliterno (PZ). Manifestazioni che fungono da sprone per ammirare le bellezze architettoniche e paesaggistiche del territorio, come ad es. il centro di Cortemilia (CN) nell’Alta Langa (Festa della Nocciola), tra sbandieratori e sfilate, o il borgo medievale di Certaldo (FI) per la Sagra del Tartufo Marzuolo. Paese che vai, sagre che trovi, impossibile censirle tutte: sono oltre 40.000 (Fipe). Il 73% degli italiani le frequenta (Coldiretti/Ixé, 2023) per provare piatti tipici, con ricette che si tramandano da generazioni, in territori magari ancora poco conosciuti, lontani dalle rotte del turismo di massa. Qualificazione delle sagre autentiche (e non tarocche) e verifica della congruità del “cibo festeggiato” con la realtà produttiva del territorio vanno tutelate nel quadro sinergico delle attività economiche locali.Veri spaccati di cultura popolare,itinerari golosi da esplorare.

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