15 Marzo 2025
/ 17.02.2025

Scoperta una nuova specie di farfalla. Si chiama Regeni

A oltre nove anni dalla sua morte, il rapporto tra Giulio Regeni  e la ricerca non si è spento. A lui che da ricercatore dell’Università di Cambridge raggiunse l’Egitto dove trovò la morte dopo essere stato rapito e torturato, i colleghi ricercatori del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) hanno dedicato la nuova specie di farfalla scoperta in Calabria, nei boschi della provincia di Cosenza.

Appartenente alla famiglia degli Psychidae, la nuova specie si chiama appunto Diplodoma giulioregenii. La sua biologia è ancora sconosciuta, ma si suppone che la larva si nutra di muschi, licheni e foglie appassite. “La scoperta di Diplodoma giulioregenii in un’area ecologicamente ricca e diversificata come il Sud Italia, evidenzia la presenza di un’immensa varietà di specie animali e vegetali, che testimonia un patrimonio biologico ancora inesplorato. E anche la necessità di proseguire gli studi e il monitoraggio degli habitat forestali proprio per salvaguardarli”, spiega Stefano Scalercio, il ricercatore del Crea Foreste e Legno che ha coordinato il progetto e guidato il team. Assieme a Sara La Cava, anche lei ricercatrice Crea, che continua: “L’identificazione di nuove specie contribuisce a migliorare la comprensione delle reti ecologiche e delle interazioni tra specie in habitat forestali, supportando una gestione delle foreste più informata e la conservazione degli ecosistemi locali”.

La certezza che si trattasse di un lepidottero mai intercettato prima dalla scienza si è avuta integrando dati molecolari e morfologici, che hanno permesso di distinguerla dalle altre specie dello stesso genere. In particolare, le differenze sostanziali nelle strutture genitali e le differenze nel Dna mitocondriale sono state fondamentali. Lo studio, realizzato nell’ambito del progetto National Biodiversity Future Centre del Pnrr, è stato appena pubblicato sulla rivista internazionale Zootaxa.

Giulio Regeni venne trovato privo di vita al Cairo, dove si trovava per motivi di studio, nel febbraio del 2016. Il ricercatore triestino era un dottorando italiano dell’Università di Cambridge. Quando è stato trovato, il suo corpo portava i segni di pesanti torture, per le quali sono stati accusati quattro agenti dei servizi segreti egiziani attualmente sotto processo in Italia per sequestro e omicidio.

Tra le ultime persone chiamate a testimoniare davanti alla Corte d’Assise di Roma c’è anche Paola Deffendi, la madre di Giulio, che da sempre si batte perché i riflettori sulla morte del figlio non si spengano.

 

CONDIVIDI

Continua a leggere