29 Maggio 2025
/ 27.05.2025

Sette italiani su dieci contro la riforma della caccia

Sondaggio Swg sulla riforma della caccia proposta da Lollobrigida. Oltre 9 italiani su 10 (93%) chiedono alle istituzioni di dare priorità alla tutela della natura

Una bocciatura netta, senza margini di ambiguità: secondo un sondaggio realizzato da Swg per conto della Lipu, il 70% degli italiani è contrario alla riforma della legge sulla caccia proposta dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. È un risultato che non lascia spazio a interpretazioni: sette italiani su dieci dicono no a un disegno di legge che viene percepito come un passo indietro nella tutela della biodiversità.

Il sondaggio, svolto il 21 maggio con metodologia Cawi su un campione rappresentativo di 1.200 maggiorenni, ha formulato un quesito specifico sulla caccia, che ha prodotto un risultato schiacciante. Oltre 9 italiani su 10 (93%) chiedono alle istituzioni di dare priorità alla tutela della natura e, in special modo, alla tutela degli habitat naturali (67%), all’educazione ambientale e cultura ecologica (64%), all’incremento delle aree protette (56%).

“La caccia è una pratica ormai scomparsa dalla cultura diffusa delle persone, che nel tempo hanno maturato un rapporto molto più profondo e rispettoso con l’ambiente”, ha commentato il presidente della Lipu, Alessandro Polinori. Una distanza culturale, quella tra cittadini e retorica filovenatoria, che secondo Polinori “non potrà che aumentare se il progetto del Governo andrà avanti”.

Il riferimento è alla bozza del disegno di legge promossa dal ministro Lollobrigida, che prevede tra le altre cose l’estensione del periodo venatorio, l’abbattimento di alcune specie protette ritenute “problematiche” e una semplificazione delle autorizzazioni regionali. Il ministro ha smentito alcuni dei punti contestati, ma il fattoquotidiano.it ha pubblicato le immagini delle bozze del ddl che portano l’intestazione del ministero dell’Agricoltura. Ci sarà veramente una retromarcia da parte del governo rispetto al testo che è circolato? 

Quel testo – 18 articoli di legge che violano le direttive europee e le norme di difesa della biodiversità – ha scatenato la mobilitazione di numerose sigle ambientaliste e animaliste. Nel frattempo, i dati del sondaggio sono stati trasmessi alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oltre che ai ministri Lollobrigida e Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica), per spingerli a “prendere coscienza di cosa pensi già oggi il Paese” e – auspicano dalla Lipu – trarne le dovute conseguenze.

Il messaggio che arriva dall’opinione pubblica è chiaro: gli italiani vogliono più tutela, non meno. E questo sentimento si riflette anche in altre ricerche recenti. Secondo il rapporto “Green Sentiment” 2024 di Ipsos, l’84% degli italiani ritiene che la biodiversità debba essere al centro delle politiche ambientali, e il 76% considera inaccettabile ogni forma di caccia alle specie in via di estinzione. Una sensibilità trasversale, che coinvolge elettori di ogni orientamento politico e che appare sempre più radicata soprattutto tra le giovani generazioni.

Mentre il Parlamento si prepara ad affrontare il testo di legge, le associazioni ambientaliste e animaliste promettono battaglia. In gioco, dicono, non c’è solo la difesa di qualche specie animale, ma la visione del rapporto tra esseri umani e natura in un’epoca di crisi ecologica globale.

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