16 Maggio 2024
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Punto a Capuo

Sulla via dell’obnubilamento

19.02.2024

Il gran disordine del mondo, alla tormentata ricerca di un nuovo equilibrio, produce inaspettati sconvolgimenti nella cultura e nella politica occidentale. Guardate la morte di Navalny. Avremmo dovuto, ovvio, indignarcene, perché è la conclusione di anni di persecuzione. Ma mentre a destra, e specie nella Lega, la notizia passa un po’ in sordina, a sinistra si arriva a farne il rilancio della guerra in Ucraina. A sinistra si usa Navalny come un eroe della democrazia occidentale, dimenticando i suoi trascorsi xenofobi ed estremisti di destra, e nella destra italiana invece li si ricorda come una macchia: rimescolamento di carte vistoso, da entrambe le parti.  E avviene qualcosa di simile anche riguardo alla situazione in Medio Oriente: a sinistra, dove è nata ed è stata costituita la Giornata della Memoria – che include una comprensione chiara di cosa sia un genocidio – quella parola invece serpeggia, e non solo, nelle parole di artisti in mezza libertà.

Ci sono incroci strani: filoucraini militanti sostengono Israele, che ha pregato Zelensky di non venire  a portare loro solidarietà, e filorussi appassionati sostengono la causa palestinese. E viceversa: filoucraini che si rivelano filopalestinesi e filorussi che si rivelano filoisraeliani. Sembra davvero difficile, in un Paese di tifoserie, affrontare quei nodi dei conflitti internazionali senza dover per forza schierarsi, appartenere. Anzi, le sofferenze altrui diventano una specie di rubabandiera per le liti di cortile della politica italiana. Ma il massino della confusione si è verificato in Francia. Il 10 febbraio, in un locale pubblico destinato ai concerti, molti giovani hanno intonato gli slogan di sostegno alla Palestina – e fin qui lecito e legittimo – e perfino ad Hamas. Si potrebbe obiettare che almeno una parola poteva essere spesa anche per i ragazzi uccisi o sequestrati al concerto Nova Festival, quel 7 ottobre nero per Israele. No, e del resto quell’evento musicale sporcato di sangue non è stato ricordato neppure a Sanremo. No, quello che lascia senza parole è che quel locale parigino si chiama Bataclan. Cioè il posto dove il 13 novembre 2015 novanta giovani che assistevano a un concerto vennero uccisi dai terroristi dell’Isis.

 

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