19.09.2024
Le tasse universitarie in Italia ancora alte rispetto alla media europea e continuano a rappresentare un impegno finanziario significativo per molte famiglie, soprattutto negli atenei lombardi dove il quadro risulta più oneroso rispetto alla media nazionale.
Negli ultimi anni, le università italiane hanno compiuto importanti passi avanti nel rendere l’accesso allo studio più inclusivo, ampliando la cosiddetta “no tax area“, ossia la fascia di esenzione dalle tasse universitarie. Grazie a un innalzamento della soglia ISEE, sempre più studenti possono beneficiare di questo strumento, riducendo l’onere economico legato alla contribuzione accademica. Tuttavia, nonostante questi progressi, le tasse universitarie italiane continuano a rappresentare un impegno finanziario significativo per molte famiglie, soprattutto se paragonate ai sistemi universitari di altri Paesi europei.
Secondo i dati del Ministero dell’Università e della Ricerca aggiornati al 31 marzo, la media della contribuzione universitaria negli atenei statali italiani è in leggera diminuzione. Se nell’anno accademico 2020-2021 la media era di 936 euro, nel 2022-2023 si è ridotta a 914 euro. Tuttavia, per coloro che non rientrano nella no tax area, le tasse sono rimaste stabili o in lieve aumento. La contribuzione media dei soli paganti, infatti, è passata da 1.443 euro a 1.452 euro. In Lombardia il quadro più oneroso rispetto alla media nazionale. Gli studenti degli atenei pubblici lombardi pagano in media 1.261 euro all’anno, una cifra che sale a 1.850 euro per chi non beneficia della no tax area. L’analisi diventa ancora più complessa se si includono gli atenei privati e quelli telematici, dove la media complessiva delle tasse raggiunge i 4.715 euro annui.
Il confronto con il resto d’Europa evidenzia come l’Italia si collochi tra le nazioni con il sistema di tassazione universitaria più oneroso, al pari di Olanda e Spagna, dove la laurea triennale può costare da un minimo di 150 euro all’anno fino a 3.500 euro. In molti Paesi dell’Unione Europea, infatti, le tasse universitarie sono notevolmente più basse o addirittura assenti. In Francia, si arriva a versare annualmente 170 euro per una laurea triennale, mentre in Germania la voce “tasse universitarie” è mutuata in contributi semestrali, che variano da 100 a 350 euro ma includono anche l’uso dei trasporti pubblici. In Svezia, Finlandia e Danimarca e Finlandia, sia la laurea che i master sono gratuiti. Sono in molti, studenti e non solo, a ritenere che per rendere il sistema universitario italiano più competitivo a livello europeo, sarebbe necessario non solo ampliare ulteriormente le fasce di esenzione, ma anche potenziare le borse di studio. Con l’obiettivo di arrivare a disporre di un sistema educativo davvero inclusivo e capace di stare al passo con le realtà accademiche più avanzate d’Europa.