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Turismo

Vacanze, l’Italia limita l’eccesso

15.06.2024

Scegliere dove andare in vacanza diventa un mestiere. Il fenomeno del cosiddetto “overtourism” cambia le regole. E le località turistiche in Italia iniziano a stabilire il numero delle persone a cui dare accesso, in modo da arginare il turismo indiscriminato. Tutti i dettagli.

Quando le nostre più rinomate località sono scelte da tanti visitatori è generalmente una festa, ma non lo è proprio sempre. Il fenomeno del cosiddetto “overtourism” è ormai noto e sdoganato, tanto che stanno via via crescendo i luoghi che in Italia stanno limitando l’accesso a un numero stabilito di persone, in modo da arginare il turismo indiscriminato. Attenzione, quindi: se nel corso dell’estate avete previsto un viaggio improvvisato verso una determinata città o una spiaggia che vi sta particolarmente a cuore, è meglio fare le opportune verifiche. Il rischio è che una volta arrivati sul posto, l’ingresso non vi sia consentito.
Ultimo caso in ordine di tempo è la baia di Portonovo, uno degli angoli più incantevoli della Riviera del Conero che è recentemente divenuta la prima località delle Marche ad adottare un sistema di turismo a numero chiuso. La prima intenzione è proteggere l’ambiente locale, ma l’amministrazione locale punta anche a rendere migliore l’esperienza di chi si gode la permanenza sul posto. Da qui la decisione di inaugurare una «Zona ad accesso controllato» (Zac), in cui i controlli sono serrato per i parcheggi, ma anche per gli accessi nell’area.
Il caso di Portonovo, peraltro, non è isolato: tutt’altro. Tra le prime Regioni italiane a muoversi nella stessa direzione spicca la Sardegna, dove gli accessi giornalieri sono contingentati in diverse spiagge (come La Pelosa a Stintino, Cala Brandinchi, Cala Coticcio): qui si può entrare previa prenotazione, effettuabile con apposita app. Meno stringenti le misure adottate finora dalla sempre gettonatissima quanto affollata Liguria: a Portofino esistono “zone rosse” che regolano gli ingressi allo scopo di evitare folle difficilmente gestibili. Le Cinque Terre stanno invece ancora cercando di capire come attrezzarsi: a Riomaggiore, in particolare, l’amministrazione ha chiesto l’introduzione di un Piano Nazionale per il Turismo che regolamenti il rapporto tra l’accoglienza dei territori e la loro vivibilità, mantenendo al centro dell’attenzione anche l’identità culturale locale.

Le iniziative per un controllo del turismo a tutela del territorio abbracciano buona parte d’Italia, da nord a sud. Non a caso si sono mosse località di mare e di montagna, ma anche amate per la storia e la cultura che le ha attraversate nei secoli. Così in Campania c’è l’isola di Procida, dove in alta stagione i mezzi di trasporto privati non possono circolare se non rispettando importanti restrizioni. Spostandosi in Alto Adige, l’intera Provincia Autonoma di Bolzano già diversi anni fa fissò un tetto annuo ai pernottamenti e vincoli precisi per affitti brevi e l’apertura di ulteriori strutture ricettive.
Il caso forse più famoso a livello nazionale è però quello della città di Venezia. Meta turistica tra le più amate, famose e sovraffollate al mondo, già da qualche tempo ha introdotto un biglietto di ingresso per contingentare le visite. E se questa iniziativa, da un lato, si è rivelata certamente remunerativa, dall’altro aiuta non poco a preservare le bellezze che il Pianeta intero ci invidia e ammira.

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