19 Aprile 2025
/ 18.04.2025

Ucraina e Usa verso un accordo sui minerali strategici

L’accordo finale è previsto per il 26 aprile. Secondo Trump l’accordo sui minerali strategici è una forma di “rimborso” per il supporto militare offerto da Washington negli anni passati. Si parlerà anche di ricostruzione

Il premier ucraino Denys Shmyhal sarà a Washington nella settimana del 21 aprile per incontrare il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, in un momento cruciale per il futuro economico dell’Ucraina. Al centro della visita, infatti, ci sono gli ultimi passaggi negoziali per definire un accordo su un fondo di investimento dedicato alla ricostruzione del Paese e legato allo sfruttamento dei minerali strategici.

Firmato un primo memorandum d’intenti

La trasferta avviene sulla scia della firma di un memorandum d’intenti tra Kiev e Washington, che rappresenta il primo passo verso un’intesa più ampia. Lo ha annunciato la vicepremier e ministra dell’Economia ucraina, Yulia Svyrydenko, sottolineando che si tratta di un’intesa preliminare per la creazione di una partnership economica e di un fondo congiunto per la ricostruzione. Al momento, non sono stati resi pubblici dettagli né sulle modalità di funzionamento del fondo né sull’entità delle risorse coinvolte.

Secondo quanto emerso, i team negoziali dovranno riferire dei progressi entro il 26 aprile, data entro la quale è auspicata la conclusione dei colloqui e la firma dell’accordo finale. Donald Trump, tornato alla Casa Bianca, ha confermato pubblicamente la volontà di chiudere l’intesa “giovedì prossimo”, ribadendo che si tratta di un accordo importante per garantire agli Stati Uniti un accesso privilegiato ai minerali ucraini, come forma di “rimborso” per il supporto militare offerto da Washington negli anni passati.

Tensioni politiche tra Trump e Zelensky

L’idea di un legame diretto tra gli aiuti militari e i benefici economici per le imprese americane riflette chiaramente la visione di Trump, che ha fortemente voluto questa intesa. Il presidente ha definito il testo in lavorazione come “un grande accordo”, di circa 80 pagine, e ha precisato che si tratta di una versione più ampia di un’intesa iniziale che non era mai stata ratificata.

Dietro alla spinta per chiudere rapidamente i colloqui si celano anche tensioni irrisolte tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nonostante Trump abbia dichiarato di non ritenere Zelensky “responsabile” dell’invasione russa, non ha mancato di esprimere scetticismo sul suo operato, affermando che “non ha fatto il miglior lavoro possibile”. Parole che si inseriscono in un clima già teso: a fine febbraio, una discussione accesa tra i due leader e il vicepresidente Usa JD Vance aveva temporaneamente bloccato i progressi sul dossier minerario.

Zelensky, da parte sua, ha invitato Trump a visitare l’Ucraina per rendersi conto direttamente della devastazione causata dalla guerra, ma il leader americano ha reagito con freddezza, accusando i media di parteggiare per Kiev. Tuttavia, sul piano diplomatico, la macchina negoziale ha continuato a muoversi: l’attuale slancio è considerato positivo e potrebbe portare, già entro la fine del mese, alla firma di un’intesa significativa sia sul piano politico che economico.

Minerali strategici e futuro geopolitico

In ballo ci sono non solo risorse naturali – fondamentali per la transizione energetica globale – ma anche la possibilità per l’Ucraina di agganciare investimenti cruciali per la ricostruzione post-bellica. Come ha affermato il testo del memorandum, si tratta di “una partnership duratura” per un’Ucraina “libera, sovrana e sicura”.

Resta da vedere se le promesse politiche saranno seguite da risultati concreti, ma la posta in gioco è alta: in un contesto geopolitico ancora fragile, la ricostruzione del Paese passa anche da accordi strategici come questo, che segnano una nuova fase nei rapporti tra Kiev e Washington.

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