26 Giugno 2025
/ 4.06.2025

Parisi e altri 24 scienziati: “Con il taglio delle emissioni meno costi e più sicurezza”

Appello del Nobel e di un gruppo di scienziati: “La crisi climatica minaccia l'Italia ma con il taglio del 90% delle emissioni serra i vantaggi sono molti”

L’Italia deve “sostenere con determinazione l’obiettivo europeo di riduzione del 90% delle emissioni climalteranti antro il 2030”. A chiederlo in una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin sono venticinque tra i più autorevoli climatologi e scienziati italiani, primi firmatari Giorgio Caserini dell’università di Parma, Antonello Pasini del Cnr e di Roma Tre e il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi.

L’iniziativa arriva pochi giorni dopo l’annuncio della Commissione Europea secondo la quale “l’Italia è sulla buon strada per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra fissati per il 2030” e mentre le negoziazioni tra Commissione e Stati membri stanno entrando nel vivo. Il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra ha annunciato che la proposta ufficiale della Commissione sarà presentata il 2 luglio.

Altrimenti l’impatto sulla salute pubbica sarà pesante

 I venticinque scienziati chiedono all’Italia di avere un ruolo da protagonista. Già nel 2024 la Commissione aveva raccomandato di portare a quota 90% il taglio delle emissioni al 2040, facendolo con tagli reali a casa propria, senza fare ricorso a strumenti flessibili. Adesso il clima sembra essere cambiato, il Green Deal trova maggiori difficoltà in molti Paesi e probabilmente per questa ragione Hoekstra ha deciso di rinviare la presentazione della proposta a luglio e con ogni probabilità vi includerà anche i carbon credits. 

“I dati più recenti – scrivono gli scienziati – confermano la pericolosa realtà del surriscaldamento globale: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e le temperature negli ultimi decenni sono cresciute con una rapidità che non ha eguali almeno negli ultimi 2.000 anni. Tale riscaldamento sta compromettendo gli equilibri climatici, ecologici ed economici in molte aree del pianeta. L’Italia è tra i Paesi minacciati e sta già sperimentando numerosi impatti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici, con proiezioni che indicano un aggravamento delle condizioni nei prossimi decenni: aumento delle ondate di calore, con impatti sulla salute pubblica, in particolare per le persone vulnerabili come anziani e bambini; riduzione delle precipitazioni nevose e ritiro dei ghiacciai; stress idrico crescente; incendi sempre più vasti e con comportamento estremo; innalzamento del livello del mare ed erosione costiera. La preoccupante realtà del surriscaldamento globale non può più essere negata. Per questo è necessario che tutti facciano la loro parte per ridurre le emissioni climalteranti, in particolare quei Paesi come l’Italia e l’Europa che hanno una chiarissima responsabilità storica”.

Più posti di lavoro green

“In questo contesto – proseguono –  accogliamo con favore la proposta dell’ESABCC (European Scientific Advisory Board on Climate Change) che ha indicato come per l’Unione Europea l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 90-95% nel 2040 (rispetto ai livelli del 1990) sia una tappa imprescindibile per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, obiettivo già incardinato nella Legge europea sul clima e comunicato nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici. Tale riduzione rappresenta un’opportunità per l’Europa, poiché comporta numerosi vantaggi: maggiore sicurezza energetica e riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili; miglioramento della salute pubblica e riduzione dei costi sanitari; stimolo all’innovazione tecnologica e creazione di posti di lavoro verdi; minimizzazione dei rischi ambientali e sociali. Il raggiungimento di questo obiettivo intermedio al 2040 sarebbe infine una scelta strategica per il presente e il futuro della nostra economia. La chiarezza e la coerenza degli obiettivi climatici sono infatti fondamentali per orientare gli investimenti dell’industria e della finanza verso soluzioni sostenibili e innovative”. “Per questo – concludono -chiediamo al Governo di sostenere con convinzione l’obiettivo europeo del -90% al 2040. Si tratta di una scelta che richiede coraggio politico, ma che sarà ricordata come un atto di responsabilità verso le future generazioni”.

Da notare che il Comitato ha chiesto alla Commissione di non fare affidamento alle compensazioni internazionali, come pure è previsto nell’articolo 6 dell’accordo di Parigi. “L’obiettivo del 90-95% è pienamente raggiungibile e nell’interesse strategico dell’Europa e ritardare l’azione o fare affidamento sui carbon credits internazionali – ha commentato Jette Bredal Jakbsen, vicedirettrice del Comitato Consultivo Scientifico sui Cambiamenti Climatici – significherebbe rischiare di perdere opportunità fondamentali per modernizzare l’economia dell’Unione Europea, creare posti di lavoro di qualità e rafforzare la leadership europea nelle tecnologie pulite”. Conterà quindi non solo il quanto ma anche il come. Si annuncia battaglia, e gli scienziati italiani intanto si preoccupano di evitare che l’Italia sia tra gli Stati che cercano di annacquare la proposta e soprattutto che non sia tra quelli che possano cercare di farla saltare.  

Pasini: “È un’opportunità per l’Europa”  

“Ormai è chiaro a tutti – osserva Antonello Pasini – che i cambiamenti climatici non sono una minaccia astratta ma una realtà concreta che incide ogni giorno nella nostra vita. Servono azioni concrete ed aggiuntive rispetto alle attuali e l’obiettivo del 90% ha solide basi scientifiche ed è pienamente raggiungibile senza mettere a rischio la competitività europea. E’ al tempo stesso una necessità e una opportunità strategica per l’Europa”.

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