2 Settembre 2025
/ 1.09.2025

Il sorpasso delle rinnovabili: prima fonte mondiale di produzione elettrica

Rapporto Iea: la domanda elettrica aumenta a un ritmo doppio di quello della domanda complessiva di energia. Ed entro il 2026 le rinnovabili supereranno il carbone come prima fonte mondiale di produzione elettrica

La crescita della domanda elettrica, secondo l’ultimo aggiornamento del rapporto annuale dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), continuerà a correre almeno fino al 2026 a un ritmo che non si vedeva da oltre un decennio. Nel 2025 l’incremento atteso è del 3,3%, nel 2026 salirà al 3,7%. Si tratta di una progressione doppia rispetto a quella della domanda energetica complessiva, segno che l’elettricità sta diventando sempre più la spina dorsale del sistema produttivo e dei consumi. E nel 2025 o al massimo nel 2026 le rinnovabili supereranno il carbone come prima fonte mondiale di produzione elettrica.

Alla base c’è una miscela di fattori: i data center e l’intelligenza artificiale che macinano dati in quantità crescenti, la mobilità elettrica che guadagna terreno sulle auto a combustione, la digitalizzazione delle fabbriche e la proliferazione di apparecchi domestici sempre connessi. A questo si aggiunge l’impatto del cambiamento climatico, che rende indispensabile raffrescare edifici e abitazioni con climatizzatori in continua espansione, soprattutto nelle metropoli asiatiche. L’elettricità, insomma, è il linguaggio della modernità e il vettore energetico che cresce più velocemente.

Il sorpasso delle rinnovabili

La fotografia del mix energetico che emerge dal rapporto Iea segna una svolta storica: già dal 2025, o al massimo nel 2026, le rinnovabili supereranno il carbone come prima fonte mondiale di produzione elettrica. È un passaggio simbolico e sostanziale: dopo oltre un secolo di predominio del carbone, solare ed eolico si prendono la scena globale. La corsa è alimentata da investimenti massicci, soprattutto in Cina, Stati Uniti e Unione europea, ma anche da una rete crescente di piccoli impianti distribuiti che cambiano il volto delle campagne e dei tetti urbani. 

Il gas naturale mantiene invece una funzione di cuscinetto, sostituendo carbone e olio combustibile nelle centrali e garantendo la flessibilità necessaria per bilanciare l’intermittenza delle rinnovabili. La traiettoria è chiara: la quota delle fonti fossili più inquinanti è in discesa, mentre cresce quella delle tecnologie a basse emissioni.

Petrolio in affanno, mercato in surplus

Se l’elettricità avanza, il petrolio appare sempre più in difficoltà. Le previsioni dell’Iea indicano un mercato sbilanciato verso l’eccesso di offerta: dopo l’annuncio dell’Opec di eliminare gradualmente i tagli produttivi introdotti nel 2023, l’offerta globale dovrebbe crescere di 2,5 milioni di barili al giorno nel 2025 e di 1,9 milioni nel 2026. La domanda, invece, resta debole: gli incrementi stimati non superano i 700.000 barili al giorno sia quest’anno sia l’anno prossimo. 

Non è solo una questione di stagnazione nei Paesi industrializzati: anche le economie emergenti, che finora erano il motore dei consumi, rallentano. In Cina, Brasile, Egitto e India le stime sono state corrette al ribasso rispetto ai mesi precedenti. L’unica eccezione è il settore dell’aviazione, che grazie alla ripresa dei viaggi ha visto la richiesta di carburante per jet toccare livelli record in Europa e Stati Uniti. Ma non basta a invertire la tendenza: il barile, pur restando centrale, perde terreno come motore dell’economia globale.

Le agende internazionali: la tappa coreana dell’Iea

Le sfide e le opportunità di questa trasformazione sono state al centro dei colloqui che Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea, ha avuto la scorsa settimana in Corea del Sud. A Busan ha inaugurato con il premier Kim Min-seok il World Climate Industry Expo, un evento che ha riunito leader politici e industriali da tutto il mondo. Nei bilaterali a Seoul con il ministro dell’Energia Kim Jung-kwan, Birol ha discusso il progetto “Energy Highway”, una rete pensata per sostenere lo sviluppo industriale del Paese. 

Nei diversi incontri con ministri e aziende è emersa una preoccupazione condivisa: garantire reti elettriche robuste, capaci di reggere la crescita dei consumi e di integrare rinnovabili e nucleare, senza trascurare i rischi legati alla concentrazione delle forniture di minerali e tecnologie. Nella cornice dei meeting Apec e Clean Energy Ministerial, Birol ha sottolineato come la domanda di elettricità sia destinata a crescere per climatizzatori, auto elettriche e intelligenza artificiale: una spinta che può accelerare la decarbonizzazione ma che impone investimenti immediati in sicurezza e infrastrutture.

L’aria condizionata come banco di prova

Uno dei punti più delicati resta il raffreddamento degli edifici. La combinazione di redditi in aumento e temperature sempre più alte porta milioni di famiglie nei Paesi emergenti ad acquistare condizionatori. È un segnale positivo in termini di benessere e salute, ma anche una minaccia per i sistemi elettrici che rischiano di collassare nei picchi di calore.

L’Iea avverte: senza politiche di efficienza e innovazioni tecnologiche, la domanda di raffrescamento rischia di diventare una delle principali fonti di instabilità. Le soluzioni esistono – dai sistemi di climatizzazione più efficienti alle reti intelligenti, fino alla diffusione di edifici progettati per ridurre i consumi – ma serve una strategia globale che accompagni l’espansione dei mercati. In altre parole, la sfida non è solo generare più elettricità pulita, ma anche gestire meglio come la consumiamo. È qui che si gioca il futuro della transizione energetica: trasformare la corsa all’aria fresca in una spinta verso un sistema sostenibile, evitando che il comfort di oggi diventi il blackout di domani.

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