In Italia ognuno di noi butta via in media 100 chili di cibo all’anno. Tradotto in denaro, significa 378 euro che evaporano senza lasciare traccia: quasi due mesi di spesa finiti direttamente nella pattumiera. È la “tassa invisibile” che grava sui bilanci familiari, senza portare alcun beneficio, se non quello di gonfiare la mole dei rifiuti e delle emissioni. A ricordarlo, in vista della Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari (29 settembre), è Too Good To Go, l’azienda a impatto sociale attiva anche in Italia con l’obiettivo di trasformare lo spreco in opportunità.
Spreco domestico: il nodo principale
I dati Eurostat parlano chiaro: il 72% dello spreco alimentare complessivo si consuma tra le mura di casa. Il cibo buttato equivale a 58 giorni di spesa alimentare, un colpo pesante soprattutto in un periodo segnato dal caro vita. Oltre al danno economico, c’è quello ambientale: ogni alimento sprecato porta con sé acqua, suolo, energia ed emissioni di CO₂ che potevano essere evitati.
“Lo spreco alimentare non è solo un problema etico e ambientale, ma anche un problema economico enorme. È come se tutti noi pagassimo ogni anno una tassa occulta di quasi 400 euro a testa: soldi che buttiamo via senza ottenere nulla in cambio”, spiega Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go.
30 milioni di pasti salvati
Dal lancio italiano, poco più di sei anni fa, l’app Too Good To Go ha permesso di recuperare oltre 30 milioni di pasti che altrimenti sarebbero finiti tra i rifiuti. Grazie a una rete che conta più di 26.000 partner tra negozi e aziende alimentari e oltre 11 milioni di utenti. Il meccanismo è semplice: grazie alle “Surprise Bag” e alle “Box Dispensa” gli utenti acquistano a prezzi ridotti prodotti ancora buoni ma invenduti. Una scelta che fa bene al pianeta e al portafoglio: chi salva una Surprise Bag a settimana e una Box al mese può arrivare a risparmiare fino a 880 euro l’anno.
“La riduzione dello spreco alimentare passa da azioni semplici, quotidiane e condivise”, sottolinea ancora Cerisola. “In sei anni in Italia abbiamo dimostrato la forza di una community unita da un obiettivo comune: trasformare il cibo che rischierebbe di andare sprecato in valore per le persone, le imprese e il Pianeta”. Trenta milioni di pasti salvati equivalgono a mezzo Paese che evita di buttare via una cena, oppure ai tifosi di 362 derby di Milano a San Siro che portano a casa una Surprise Bag invece di lasciarla marcire.
La nuova campagna: “Buttiamo le rivalità”
Per diffondere ulteriormente la consapevolezza, Too Good To Go ha lanciato a settembre la campagna “Contro lo spreco alimentare buttiamo le rivalità”, un invito a superare le differenze di gusti e abitudini e a unirsi in piccoli gesti concreti. L’iniziativa si affianca a progetti di sensibilizzazione già attivi, come Etichetta Consapevole, che insegna a distinguere tra “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”, e Next Gen, programma educativo rivolto ai bambini delle scuole primarie.
Il messaggio di Too Good To Go si inserisce in un quadro globale che vede lo spreco alimentare responsabile del 10% delle emissioni mondiali di gas serra. Per Project Drawdown, ridurre lo spreco è addirittura l’azione più efficace per contenere l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C. In altre parole, il gesto di salvare una pagnotta o una busta di verdure non è un dettaglio marginale: è una leva potente per incidere sul futuro del Pianeta.