9 Maggio 2024
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Cronaca, Sostenibilità

Abitare green costa troppo agli italiani

27.04.2024

Deludono i dati sulle scelte degli italiani che vogliono comprare casa. Solo il 6,5% delle abitazioni vendute appartengono alle classi energetiche A e B. Le classi più vendute sono F e G. Percentuali ben lontane dalla direttiva europea Case Green. Mancano gli incentivi. Le analisi.

Uno dei temi più caldi che riguardano l’universo immobiliare italiano è rappresentato dall’efficienza energetica delle nostre case, decisamente inferiore rispetto alla media europea e da adeguare agli standard nel minor tempo possibile, con tutte le problematiche che questo comporta. Tanto più che, contemporaneamente, non si può ignorare un altro tema: quello dei prezzi delle abitazioni, in un mercato che sembra alzare sempre più la propria asticella e appare inaccessibile per buona parte della cittadinanza. E i risultati si vedono.
L’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa ha, infatti, effettuato uno studio in cui analizza le compravendite effettuate nel 2023 tramite le proprie agenzie. Ebbene, è emerso che nell’anno passato “il 72,7% delle transazioni ha riguardato abitazioni in classi energetiche basse (F e G)”. Una percentuale altissima, tenuto conto che la Direttiva Case Green – approvata a fine marzo dal Parlamento Europeo – impone che tutti gli edifici residenziali dell’Ue rientrino entro il 2030 al massimo nella classe E. Tutte le classi superiori dovrebbero invece essere vietate.

Quest’ultima, la E, conclude il trittico delle cosiddette “classi energetiche intermedie (C-D-E)”, che secondo i dati di Tecnocasa nel 2023 hanno composto il 20,8% delle compravendite degli italiani. Le classi migliori, la A e la B, hanno riguardato solo il 6,5% degli acquisti di un nuovo appartamento nel nostro Paese. Questo ultimissimo dato, peraltro, è addirittura in controtendenza rispetto a un passato anche recente.
Lo studio evidenzia, infatti, che nel 2021 quasi l’8% degli italiani che hanno acquistato casa ha optato per una soluzione in classe A o B, mentre già nel 2022 la percentuale è scesa a un livello simile rispetto a quello dell’anno successivo. “Diminuisce l’offerta di soluzioni di nuova costruzione, e di conseguenza cala anche la disponibilità di tipologie in classe energetica alta”, si legge nello studio.

Anche in quest’ambito vanno peraltro segnalate importanti differenze tra le diverse zone d’Italia. Sembra in tal senso esistere una vera e propria “questione meridionale” anche nell’acquisto di una nuova casa. Se nel 2023 il numero di compravendite di appartamenti in classe A e B ha raggiunto quota 9,6% sul totale delle operazioni (un po’ a sorpresa quasi il doppio rispetto al 5,7% di Milano), le grandi città del Sud arrancano. Sia Napoli che Palermo si ritrovano infatti sotto quota 1%, accompagnate però dalla ben più settentrionale Genova.
Particolarmente severo è però il dato relativo alle classi energetiche peggiori, la F e la G (quelle, per intenderci, che dal 2030 dovrebbero essere non più ammesse). Ebbene: se la media nazionale è il già altissimo 72,7% di cui già abbiamo parlato, questa cifra sale al 93% a Bari e Palermo per arrivare addirittura oltre il 96% a Napoli. Numeri che aiutano a capire quanto lontana sia l’Italia a rispettare i requisiti “green” che l’Europa richiede. E che sarebbe fondamentale raggiungere nel minor tempo possibile. Costi permettendo.

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