Ci siamo. Quella che in molti – e non a torto – definiscono una piccola ma sostanziale rivoluzione è in arrivo. Martedì prossimo parte la sperimentazione della novità che anche Ultima Bozza a maggio aveva raccontato (https://ultimabozza.it/non-vuoi-separarti-dal-tuo-cane-neanche-in-aereo-adesso-e-piu-facile/) e cioè cani di taglia medio-grande comodamente “seduti” nella cabina degli aerei, invece di essere relegati nella stiva. Con tutti i rischi che inevitabilmente la sistemazione comportava. Basti pensare che qualche anno fa il Dipartimento dei trasporti americano indicava in 18 i cani morti in un anno e solo sui voli della United Airlines. Numeri che moltiplicati per i voli giornalieri di tutte le compagnie aeree fanno davvero impressione.
L’annuncio del primo volo con relativa data – e cioè quella del 23 settembre – è stato fatto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che solo poche ore fa spiegava: “Quello degli animali domestici è un tema indirettamente e grandemente economico oltre che sociale, per tutte le ricadute affettive ed effettive”. Una scelta, quella dell’Italia, che – sottolineava con orgoglio patrio Salvini – fa “discutere nel mondo”. Va detto che sicuramente aver aperto i portelloni degli aerei alla schiera di viaggiatori muniti di coda rende il Belpaese un apripista. Ma come spesso accade, non mancano le ombre…
Ancora qualche nodo da sciogliere
A maggio il consiglio di amministrazione dell’Enac ha dato l’ok alla delibera che consente il trasporto in cabina di cani che pesano più di 8-10 kg (il limite varia da compagnia a compagnia). Ma quali saranno le regole per salire a bordo? Al momento sappiamo che gli animali occuperanno un posto, voleranno nei trasportini assicurati con apposite cinghie al sedile e non dovranno intralciare le uscite di emergenza o il lavoro dell’equipaggio. Ma tanti sono ancora i punti interrogativi. Nodi da sciogliere velocemente anche perché nelle prossime settimane l’Ente nazionale italiano per l’aviazione civile presenterà un information paper all’Assemblea generale Icao (l’equivalente internazionale di Enac) a Montreal. Vediamo quali sono i punti da chiarire. Partiamo dai trasportini: non si capisce se saranno messi a disposizione dalla compagnia aerea o no. E poi quanti potranno essere i cani in un singolo aereo per evitare pet tafferugli in volo? Come tutelare i passeggeri che non possono – magari perché allergici – o non vogliono viaggiare accanto ad un animale?
Il periodo di sperimentazione, non lo abbiamo ancora detto, inizierà con un volo Ita Airways Milano-Roma, martedì prossimo appunto. Sarà un periodo necessario e utile per dipanare le nebbie. Anche perché quella individuata dall’Ente nazionale per l’Aviazione civile è solo una cornice (non vincolante) e dovrà essere estremamente precisa: saranno poi le singole compagnie a riempirla con costi e regolamenti interni. Basti pensare che già oggi, società low cost come la Ryanair non prevedono il trasporto neanche di cani di piccola taglia ma solo per quelli d’accompagno dei non vedenti.
L’altro nodo che preoccupa le associazioni di consumatori è relativo, infine, ai costi. È chiara Assoutenti: “Le compagnie potrebbero sfruttare l’amore dei proprietari verso i propri animali per applicare prezzi esosi dei biglietti riservati ai cani”, realizzando di fatto una speculazione.
Per i documenti, invece, le regole non cambiano. E come accade quando si oltrepassa la frontiera col proprio cane, sarà necessario il passaporto con relative vaccinazioni e microchip. Potrebbe però essere necessaria un’ulteriore certificazione: quella del proprio veterinario che attesta che il cane è in grado di viaggiare in aereo. Insomma, le questioni ancora aperte sono parecchie, resta la soddisfazione per un salto culturale che in tanti chiedevano: non considerare più i cani come semplici bagagli.