01.05.2024
Si conclude il festival più longevo dedicato all’arte del vento, registrando numeri record nella promozione dei diritti umani e della sostenibilità. Macro e micro storie in omaggio all’Oriente, agli anniversari di Marco Polo e Guglielmo Marconi che inviò il primo messaggio telegrafico grazie a un aquilone.
Dietro al volo magico di un aquilone ci può essere tanto, anche la promozione dei diritti umani e della sostenibilità ambientale. Un filo invisibile che celebra un mondo unito da un progetto di pace. Succede ad Artevento, la più longeva rassegna di aquiloni d’arte del mondo tornata, con la sua 44 esima edizione, anche quest’anno a Cervia. Inaugurata il 20 aprile e in chiusura oggi, primo maggio, ha visto la partecipazione di oltre 250 artisti del vento e campioni internazionali di volo acrobatico provenienti da 50 Paesi del mondo per promuovere uno sviluppo sostenibile attraverso un progetto culturale basato sulla salvaguardia di tradizioni antiche e su un approccio divulgativo interdisciplinare.
Un melting pot culturale che quest’anno ha permesso alla manifestazione e alla sua organizzatrice e direttrice artistica, Caterina Capelli, di diventare argomento di un progetto dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, che “tutela e salvaguarda i saperi e le pratiche patrimoniali tradizionali di testimoni viventi a rischio di scomparsa”. «Il nostro obiettivo è quello di lavorare sia sulla cultura dell’aquilonismo in quanto patrimonio immateriale, sia sulla salvaguardia attiva delle pratiche minute che la kermesse e l’aquilonismo conservano e trasmettono. Questo festival lo intendiamo non soltanto come spazio culturale, ma come spazio di vita, con tante micro storie al suo interno», commenta Patrizia Cirino, funzionaria demoetnoantropologa Direzione Musei Emilia Romagna del MIBACT.
Tra voli, performance, dibattiti culturali e spettacoli, ad accrescere il calendario del festival delle meraviglie, tra la spiaggia di Pinarella e altre location, sono stati anche gli omaggi rivolti alla cultura e all’arte eolica dell’Oriente, con speciali focus dedicati ai Paesi nei quali l’arte del vento è nata e si è diffusa: Cina, Giappone e Corea. È stato celebrato l’anno del drago. La Corea è stata scelta come Ospite d’Onore di questa edizione in occasione della ricorrenza dei 140 anni delle relazioni bilaterali tra Italia e Corea, con il patrocinio dell’Istituto Culturale Coreano in Italia.
E ancora. Attraverso un gemellaggio con la Japan Kite Association e il Museo dell’Aquilone di Tokyo è stata celebrata la cultura e l’arte eolica giapponese, grazie anche agli artisti del vento giapponesi Makoto Ohye e Yoh Yashuda, mentre l’omaggio alla Cina è stato rappresentato da un approfondimento sulla tradizione di Pechino con la prestigiosa partecipazione del Maestro Ha Yiqi e da un’edizione speciale della ‘Notte dei Miracoli’ realizzata in onore dei 700 anni dalla morte di Marco Polo.
La giornata dedicata all’Oriente si è aperta con un saluto del Maestro del Vento Giapponese Makoto Ohye, grazie alla traduzione del Prof. Del Bene, docente di Storia del Giappone presso l’Università la Sapienza «Vengo dalla città dell’Aquilone in Giappone. Tanti anni fa ho avuto l’occasione di conoscere e invitare, il padre di Caterina Claudio Capelli, quando eravamo ancora giovani, magri e belli».
«Guardando la linea del tempo dell’atlante degli aquiloni, che sappiamo essere antichissima, lo studio evoca nella memoria di tutto il mondo una serie di aspetti, che oggi siamo qui a discutere come le fibre che sono state usate tradizionalmente dall’Uomo», ha sottolineato la restauratrice della carta Nella Poggi Parigi che ha restaurato l’aquilone di grande formato del Maestro del Vento, Mimmo Paladino, realizzato per ‘Immagini per il cielo’, la collettiva di Osaka del 1989 organizzata da Paul Eubel, all’epoca direttore del Goethe Institute di Osaka.
Il primo Panel dedicato all’Oriente si è concluso con l’esposizione al vento di Cervia di tre libri insieme: il catalogo di Immagini per il Cielo della collettiva di Osaka del 1989; la copia anastatica del Jikji (primo libro stampato con caratteri mobili di metallo in Corea, compendio del buddismo zen del 1377 – un’invenzione che rappresenta come “una ruota” la nascita della stampa in Oriente tra Cina Corea e Giappone); il De Oratore di Cicerone (primo libro stampato in Italia nel 1465, che ci ricorda l’arte del parlare e del “comporre”).
E nella sua giornata di chiusura, oggi, Artevento ha celebrato l’anniversario dei 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi che ha dato la possibilità ai visitatori di procurarsi, presso la Fiera del Vento Nord, l’annullo postale dedicato allo scienziato bolognese e che storicizza l’utilizzo che fece dell’aquilone a scopo scientifico.