5 Maggio 2024
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Salute

Insonnia, il male contemporaneo, anche dei più giovani

Sopravvivere all’insonnia è possibile, ma senza ricorrere a soluzioni semplicistiche “fai da te”. Un problema che sta interessando vasti strati sociali e da cui i nostri giovani non restano immuni.

L’insonnia rappresenta circa il 90% dei disturbi del sonno e secondo quanto riporta il sito dell’Istituto Superiore Di Sanità Quasi un italiano su tre dorme un numero insufficiente di ore ed uno su sette riporta una qualità insoddisfacente del proprio sonno”. Per approfondire l’argomento, bisogna, innanzitutto, distinguere tra i disturbi primari del sonno che insorgono da anomalie non correlate però ad altre patologie e i disturbi del sonno correlati ad altri disturbi mentali, come per esempio l’ansia, disturbi del tono dell’umore o la depressione. Secondo l’OMS, e soprattutto dopo la pandemia, i disturbi psichiatrici sono in forte aumento nel nostro Paese.

Continua a essere preponderante la depressione, che è la patologia più diffusa, e spesso sono le malattie del sistema nervoso tra le più correlate al problema dell’insonnia. Non è difficile, infatti, trovare persone che presentino più di un disturbo contemporaneamente, ed è molto importante intervenire in modo tempestivo per evitare che si cronicizzi la patologia. Per risolvere il problema dell’insonnia, purtroppo, molti ricorrono al metodo “fai da te”, assumendo, senza prescrizione medica, gli ansiolitici in dosaggi che, oltre a creare dipendenza, non aiutano a migliorare la situazione, se non in modo momentaneo e temporaneo. Di fatto, quello che serve al nostro cervello, in questo caso, è riequilibrare lo scompenso chimico presente all’interno dell’organo, attraverso una terapia farmacologica mirata che può essere prescritta solo da uno specialista neurologo o un psichiatra, che valutano il caso consigliando farmaco giusto per quel determinato paziente.

L’uso casuale di benzodiazepine senza supervisione medica, soprattutto tra i giovani, può creare forti disaggi alla salute. Il concetto della psichiatria di precisione basato sull’idea che “lo stesso farmaco non è detto che vada bene per tutti”, è sempre più attuale in quanto suggerisce che ognuno di noi abbia una specifica architettura neuronale, un proprio codice genetico e può tollerare benissimo un principio attivo piuttosto che un altro. Ed è proprio per questo motivo che trascinarsi il problema provando a farcela da soli, può solamente aumentare il rischio che la malattia si radicalizzi. Un trattamento efficace, che ha un fondamento scientifico, è la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Abitualmente associata a una terapia farmacologica consentono al medico e al terapeuta di avere un approccio combinato. L’esperienza sgradevole dell’insonnia, soprattutto se è prolungata, si ripercuote inevitabilmente sulla vita quotidiana delle persone che ne soffrono, non solo da un punto di vista medico, ma anche quello lavorativo e della vita affettiva, perché possono scatenare fenomeni come l’irritabilità, la mancanza di concentrazione, o il bisogno impellente di dormire in pieno giorno. Sicuramente un problema da non sottovalutare, in una società contemporanea che impone ritmi elevati, che non tutti riescono a tollerare.

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