6 Giugno 2025
/ 4.06.2025

L’aiutino dal satellite

Non è che la conservazione della natura e degli ecosistemi che ci servono vada gran che bene. Per questo Italia e Argentina provano a farsi aiutare dai satelliti

Uno sguardo rivolto alle stelle, ma con i piedi ben piantati sul pianeta. L’Italia e l’Argentina hanno siglato un nuovo accordo di cooperazione spaziale con un obiettivo molto concreto: usare la tecnologia satellitare per proteggere l’ambiente. La firma è avvenuta il 3 giugno 2025, nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) a Roma, durante l’incontro tra le agenzie spaziali dei Paesi dell’Iila, l’Istituto Italo-Latino-americano. Un’occasione non solo simbolica: si tratta infatti di un tassello importante per rafforzare una collaborazione che unisce scienza, sostenibilità e formazione.

Un’intesa orbitale per monitorare la Terra

Il nuovo accordo consolida e rilancia una partnership che ha già prodotto risultati significativi. Da anni Italia e Argentina collaborano nel programma Siasge, che mette in rete i satelliti radar italiani della costellazione Cosmo-SkyMed con quelli argentini Saocom. Un’integrazione strategica: da un lato la precisione millimetrica dei radar italiani, dall’altro la capacità dei satelliti argentini di “vedere” l’umidità nei suoli. Il risultato? Un sistema che consente di monitorare frane, inondazioni, incendi, siccità e l’evoluzione dei cambiamenti climatici con un livello di dettaglio impensabile fino a pochi anni fa.

Ma l’intesa firmata a Roma va oltre il semplice scambio di dati. L’obiettivo è condividere tecnologie, migliorare le infrastrutture, rafforzare la cooperazione su progetti comuni e – soprattutto – utilizzare le informazioni spaziali per una gestione più efficace del territorio, delle risorse naturali e delle emergenze ambientali.

Investire nelle competenze per non restare indietro

Un aspetto chiave dell’accordo riguarda la formazione. L’Italia si impegna infatti a finanziare borse di studio e programmi di alta formazione in Argentina, con un occhio particolare alla governance dello spazio e alle applicazioni ambientali dei dati satellitari. Il cuore di questo progetto sarà l’Istituto di Alti Studi Spaziali “Mario Gulich”, uno dei centri più avanzati dell’America Latina nel settore.

L’idea è chiara: se vogliamo che i Paesi in via di sviluppo o a medio reddito possano davvero trarre beneficio dalle tecnologie spaziali, serve anche investire nelle persone, creando una nuova generazione di esperti locali. Non si tratta solo di trasferire conoscenze, ma di costruire un dialogo tecnico e culturale alla pari.

Un ponte tra continenti per affrontare la crisi climatica

“Quella con l’America Latina non è solo una cooperazione tecnologica, ma una vera alleanza strategica”, ha dichiarato Teodoro Valente, presidente dell’ASI. E non è un caso che tra i protagonisti ci sia proprio l’Argentina: un Paese che condivide con l’Italia una lunga tradizione scientifica e che, grazie alla CONAE (l’agenzia spaziale argentina), sta giocando un ruolo sempre più importante nella regione.

Attualmente, solo una piccola percentuale dei satelliti in orbita è controllata da Paesi latinoamericani. Ma la collaborazione con l’Italia può aiutare a colmare questo divario, promuovendo uno sviluppo tecnologico che sia anche sostenibile. In gioco non c’è solo l’accesso a tecnologie avanzate, ma la possibilità di affrontare con strumenti adeguati le sfide ambientali che colpiscono in modo sempre più violento anche il Sud del mondo: siccità, deforestazione, eventi estremi.

Diplomazia spaziale al servizio dell’ambiente

In un momento storico segnato da tensioni geopolitiche e dalla corsa ai nuovi “territori” dello spazio, l’accordo tra Italia e Argentina rappresenta un esempio virtuoso di cooperazione internazionale. È un segnale importante anche sul piano politico: mostra che lo spazio non è solo competizione tra superpotenze, ma può essere un terreno di collaborazione per il bene comune.

L’intesa si inserisce nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU e dimostra come le tecnologie satellitari possano diventare uno strumento concreto per la transizione ecologica. Monitorare le foreste, gestire l’acqua, prevenire i disastri: l’occhio dei satelliti è già oggi un alleato prezioso per chi lavora alla salvaguardia del pianeta.

In fondo, guardare la Terra dallo spazio serve a capirne meglio la fragilità. E, forse, anche a proteggerla con più intelligenza.

CONDIVIDI
piermanuele-sberni-6neoEcBJiB4-unsplash

Continua a leggere