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Maria Grazia Zedda e l’elogio dell’imperfezione

08.03.2024

In Maria Grazia Zedda, convivono forza e bontà d’animo. Portatrice di una sordità quasi totale, oggi è Senior Equality Diversity Inclusion Manager di High Speed 2. Insieme al marito ha ideato un programma di e-learning per l’inclusione adottato dal Parlamento inglese.

«La perfezione non esiste». Maria Grazia Zedda, cagliaritana emigrata all’estero, è una convinta sostenitrice dell’imperfezione. Ammira la determinazione, apprezza la gentilezza, crede nel potere della fantasia. Aveva sette anni quando la maestra di italiano propose alla classe il primo dettato. Maria Grazia, che sapeva leggere e scrivere sin dall’asilo, non sentiva quanto letto dall’insegnante e, per non consegnare un foglio bianco, inventava le parole. Fino ad allora nessuno si era accorto che quella bimba, tanto sveglia e vispa, era in grado di comunicare perfettamente leggendo il labiale ma non udiva quasi nulla. Da quel dettato cambiò tutto. Gli ospedali, le visite audiologiche, gli accertamenti e la diagnosi: perdita del 90% dell’udito all’orecchio destro e del 75% al sinistro.

«La maestra di italiano non voleva più avermi in classe perché ero una sorda grave e propose ai miei genitori di iscrivermi in una scuola per studenti con disabilità – racconta Maria Grazia -. I docenti iniziarono a pensare che io avessi anche dei deficit cognitivi, un misunderstanding che ho pagato caro». Ma, fortunatamente, in mezzo a tanta ignoranza viveva una mente illuminata. «Un’altra insegnante mi accolse nella sua classe e, per agevolare la lettura del labiale, si metteva sempre un rossetto scandendo bene le parole quando parlava».

Un rossetto ha fatto la differenza in questa storia, ma non è riuscito a cancellare la sofferenza provata e a prevenire i dolori del futuro. «Non potevo cercare lavoro chiamando le aziende. Le aspettative su di me erano bassissime, anzi inesistenti – spiega Maria Grazia –. Gli altri mi dicevano: magari ti daranno la pensione di invalidità o magari troverai un bravo ragazzo che si prenderà cura di te». Ma Maria Grazia voleva una possibilità ed è andata a conquistarsela prima in America, poi a Londra dove oggi vive con il marito e le due figlie. Chi dava per scontato il suo ritorno senza gloria sull’isola è rimasto deluso. Lei ora è una manager di altissimo livello (a capo delle attività di diversità e inclusione in High Speed 2, il progetto di ferrovie ad alta velocità più grande del Regno Uniti), tra i primi 100 influencer delle disabilità in Gran Bretagna e autrice del romanzo “Il Fruscio Degli Eucalipti” (Edizioni Il Maestrale, 2022).

«Questo mondo ci vuole super belle, super forti, super attive, ma non esistono persone super, esistono donne e uomini veri e imperfetti». Maria Grazia ha trionfato sulla falsa idea di perfezione ma deve ancora concludere la sfida più grande, quella con se stessa. «Non è facile avere autostima quando la fiducia da parte degli altri è quasi sempre mancata. Sto portando avanti un lungo e profondo percorso di conoscenza di me e di accettazione». Agli occhi degli altri Maria Grazia appare per quella che è veramente: una donna bella, capace e sognatrice. «Da bambina desideravo fare la giornalista per raccontare storie come la mia. Non è andata così, ma ogni giorno lavoro in un team che garantisce il benessere di 30mila persone e, per questo, sono felice».

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