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Maurizio Casiraghi e la crisi della biodiversità

02.04.2024

A sette anni decide di dedicare la sua vita agli animali. Oggi, a quasi 53 anni, è professore ordinario di Zoologia ed evoluzione all’Università di Milano Bicocca dove è anche prorettore alla didattica. Il 19 aprile uscirà il suo ultimo libro “Vite formidabili” (Il Mulino, 2024), dedicato agli insetti, da sempre la sua più grande passione.

«La biodiversità è bella, ma soprattutto necessaria: su questo pianeta vivono esseri piccolissimi che sono il motore della vita. Se questo meccanismo viene semplificato, gli ecosistemi diventano meno resilienti e la Terra perde potenziale energia». Quando Maurizio Casiraghi parla degli ingranaggi” che fanno girare il mondo una luce inizia a brillare nei suoi occhi. Poco importa che siano le sette del mattino o che sia tramontato il sole da molte ore: nel petto del professore divampa un fuoco incessante di conoscenza. Una fiamma che viene da lontano. «Mia mamma mi regalò tantissimi libri sugli animali, cosa che sicuramente ha influito sul mio percorso – racconta –. Positiva è stata anche lesperienza a scuola, nella bassa bresciana: un maestro illuminato mi ha trasmesso la grande passione per gli animali». Maurizio andava alle elementari quando fece i primi studi sugli insetti. «Li osservavo per capirne il comportamento e poi li liberavo – dice –. Con il tempo ho scoperto gli insetti sociali, che sono un pocome i Borg di Star Trek, una specie di cyborg organizzati in una mente alveare». «Pensiamo alla colonia di formiche – continua il professore –: il gruppo diventa un super individuo, una società così diversa dalla nostra».

Casiraghi è un uomo felice, padre e zoologo, arrivato dove sognava. Letteralmente: a 21 anni il primo viaggio nella sua” Africa, e, successivamente, quattro mesi nella foresta tropicale malesiana. «Tra poco compirò 53 anni e posso dire di essere contento come il primo giorno, come quando osservavo gli insetti durante la ricreazione». Del resto, quando il tuo più grande interesse diventa professione, basta poco per sentirsi appagati. «Mettimi in un prato destate a osservare i piccoli animali che vivono tra i fili derba, senza cellulare o pc, e mi rendi felice».

Era il 1992 quando Maurizio si ritrovò tra le mani un biglietto aereo per lAfrica. Destinazione: Tanzania e Kenya. Unesperienza di cui ricorda ogni momento, come racconta nel libro Sempre più soli: il pianeta alle soglie della sesta estinzione” (Il Mulino, 2023). «LAfrica è un albero con lunghe e profonde radici, è la nostra storia – spiega –. Andare in quel continente è come tornare a casa». Proprio qui, dove lumanità ha avuto origine, Casiraghi è tornato anni dopo: «Tutto era cambiato». Una delle conseguenze della crisi della biodiversità, da noi causata. «Siamo diventati una specie invasivacommenta –, 10.000 anni fa gli essere umani erano circa 1 milione, nell800 1 miliardo. Ora siamo 8 miliardi». «Luigi Luca Cavalli Sforza ci definiva la specie prepotente”. E infatti due sono le più grandi minacce per gli animali: lignoranza e il menefreghismo», aggiunge. «Non farei il professore se non avessi speranza nel futuro ma è inutile negare che la situazione è critica». In una realtà in cui gli interessi nazionali prevalgono su quelli globali «luomo è il problema, ma anche la soluzione: E questultima vive nelle nuove generazioni di cui fanno parte i miei studenti».

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