16 Maggio 2024
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Sicurezza

Minori sempre più esposti ai pericoli della navigazione in rete

23.05.2023

Pedopornografia, cyberbullismo, sesso e adescamento online, attentano quotidianamente alla tutela di bambini ed adolescenti che fanno uso di web e social

La vera rivoluzione di questi tempi è generata dall’accesso dell’utente di Internet nella dimensione globale del cyberspazio a portata di mouse. La premessa sembra garantire nuove libertà a nuovi spazi di manovra. In realtà, a distanza di oltre 30 anni dalla diffusione del PC, entrato di diritto tra gli elettrodomestici, l’anarchia tipica della Rete ha dovuto progressivamente adattarsi a convivere con i condizionamenti della vita online nei confronti della vita reale. L’evidente incursione reciproca delle due dimensioni, tempo e spazio online e non, specie con l’avvento dei social, ha operato cambiamenti nei ritmi quotidiani e nelle relazioni tra persone, introducendo nuovi rischi che risultano ancora di difficile percezione, soprattutto con riferimento ai più giovani.

L’avvento dei nuovi media, quanto ai rischi, è stato caratterizzato da una comunicazione dai contenuti piuttosto improntati all’allarmismo; solo in seguito, sono subentrate anche modalità più adeguate ad arginare i pericoli della navigazione, attraverso sistematiche campagne di sensibilizzazione ed iniziative di educazione ai media. Pedopornografia, adescamento online di minori, sexting, revenge porn, sex extortion, cyberbullismo, hate speech, siti proanoressia e bulimia, challenge, gioco d’azzardo e dipendenze online sono le sfide della Rete che attentano quotidianamente alla tutela di bambini ed adolescenti.

Sfide globali che hanno imposto risposte altrettanto globali da parte della società civile e delle Istituzioni, chiamando in causa sin dagli anni Ottanta, iniziative di vario genere riguardanti lo sviluppo della Rete, delle tecnologie, dei servizi, dei mercati ad essa afferenti. In altre parole, un approccio condiviso di governance della Rete, necessariamente improntata ad un modello multi- stakeholder nel quale annoverare Governi, settore privato, organizzazioni non governative, accademie, società civile ed utenti.

La promozione della Società dell’Informazione e dell’innovazione tecnologica passa attraverso la cruna dell’ago della sicurezza. Il dibattito avviato a livello internazionale nell’Internet Governance Forum delle Nazioni Unite nel 2005 è approdato in Italia nel 2008 nel coordinamento del Comitato di programma IGF che hanno dato vita a un tavolo di confronto tra gli stakeholders, presieduto da Stefano Rodotà. Da qui in avanti le tematiche della sicurezza online dei minorenni, connesse allo sviluppo tecnologico, sono state improntate a un necessario approccio multidisciplinare, sia per affrontare qualsiasi fenomeno di rischio, sia per l’elaborazione di norme e di ogni altra tipologia di intervento istituzionale.

Agli utenti lo scettro di un potere “moderatamente assoluto”, ovvero la scelta di navigare in saggezza o in stupidità, come definito da Marc Prensky che, dopo aver suddiviso gli utenti in “nativi digitali” e in “immigrati digitali”, sottolinea una parola in grado di rappresentare una vera e propria linea guida, la cyberstupidity. A prescindere dall’anagrafe che ci qualifica nativi o immigrati nelle nuove tecnologie, a quale categoria di navigatori ci sentiamo di appartenere? Nello specchio del cyberspazio siamo utenti, persone appartenenti alle comunità generate dai social, nella vita quotidiana siamo soprattutto cittadini digitali: se un minore è in pericolo o subisce abusi online, abbiamo già scelto da che parte stare?

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