07.05.2023
Pedalare green, aspetti nocivi e prospettive già considerati nel Giro d’Italia
Ride Green, BiciScuola, Giro-E. Per ridurre gli effetti del passaggio sul territorio, attraverso un sistema di tracciabilità e una corretta gestione dei rifiuti, la corsa rosa diventa ecosistema. E sale sulle bici elettriche.
È lei la regina. La bicicletta, nel corso degli anni, ha subito una vera e propria metamorfosi, modificando ruolo e modalità di utilizzo, anche in funzione degli sviluppi tecnologici, per assurgere a “simbolo” della mobilità sostenibile. Aspetto rilevante colto al volo anche dal Giro d’Italia, che da anni sostiene il progetto Ride Green, unico al mondo di gara ciclistica avente come priorità il basso impatto ambientale. Nata nel 2016 per attenuare gli effetti della carovana dei ciclisti protagonisti, e degli effetti “nocivi” (al di là del tifo) delle folle che si accalcano ai lati delle strade percorse, si è perfezionato un sistema di corretta gestione dei rifiuti prodotti, finalizzato alla raccolta in apposite isole ecologiche adeguate, tappa per tappa. Flusso successivamente avviato al riciclo per essere trasformato in materia prima ed essere rimesso nel ciclo produttivo. Nel 2022 furono 46 mila i chilogrammi di rifiuti generati, di cui l’85% selezionati, tanto da poter stilare una classifica delle località più virtuose per la raccolta differenziata. In partenza, Isernia (tappa 9): 91,0% R.D.; in arrivo, Scalea (tappa 6): 88,2% R.D. Il tutto a corollario di un programma educativo ideato 22 anni fa per sviluppare le tematiche di tutela dell’ambiente ed avvicinare i più piccoli ai valori dello sport e della bicicletta, nel coinvolgimento, dal 4 al 28 maggio, di circa 2400 classi. Dalla Val di Zoldo (BL) a Venosa (PZ).
Con la regione Piemonte in testa per numero di partecipanti (329). In aggiunta, la presenza prestigiosa, quest’anno, di NATIVA, Regenerative Design Company italiana, per lo sviluppo di modelli economici rigenerativi, consentirà la mappatura analitica degli impatti ambientali e sociali di RCS Sport e del Giro d’Italia, in base ad un Report dedicato a Circolarità, Capitale naturale, Resilienza climatica, Educazione e coinvolgimento, Benessere, Felicità e Salute, aree cardine della sostenibilità, attraverso lo studio di dati su organizzazione interna, atleti, sponsor, partner, fino alle comunità locali e all’ampia frangia degli spettatori. Così da trasformare un mero evento sportivo in attenzione alle ricadute sul territorio ed occasione di crescita. Il Giro continuerà anche in questa edizione ad avere un cuore elettrico, quello pulsante delle bici da corsa a pedalata assistita, una sorta di passepartout per la riduzione delle emissioni (Nox, PM) e gas effetto serra (CO2) applicato a chi fa agonismo sportivo, ed insieme promuove la mobilità sostenibile, uno stile di vita consapevole, a partire dai benefici cardiovascolari, contenimento del peso, aumento di benessere psico-fisico e riduzione dei livelli di stress. Non tutti vestiranno la maglia rosa, ma il Giro lancia messaggi.
Ciò consentirà di mettere in evidenza sia le positività dell’evento sia le aree di possibile miglioramento, per orientare le scelte future. E la comunità fasciata da tessuti indemagliabili, frutto di un percorso di riciclo a basso impatto ambientale e minor consumo di risorse naturali (grazie a Sitip, Partner Ufficiale 2023 del progetto di sostenibilità e la sua linea NATIVE Sustainable Textiles che firma le quattro maglie ufficiali della corsa a tappe), saluterà anche Treedom, il progetto nato nel 2021 per arricchire la foresta RCS Sport con 200 alberi piantati da Giro-E. Addio alle bici pesanti di un tempo, addio ai tubolari che ingabbiavano maglie di lane madide di sudore. Solo la fatica è quella di sempre. Il Giro cambia. Nel rispetto dell’ambiente, però.