16 Maggio 2024
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Arte

Presto un “graphic novel” di rara bellezza

29.02.2024

Esce a maggio la nuova storia “Quando muori resta a me” firmata Zerocalcare. Oggi, ancora in fase di conclusione, l’opera è ultimo capolavoro del famoso fumettista Michele Rech, distintosi per il suo stile inconfondibile, sempre fedele a se stesso. Sappiamo che questa volta racconterà del suo rapporto con il padre.

Una mano che disegna su un foglio bianco. Prima un’oca cignoide, dopo un titolo, “Quando muori resta a me”. Con un video sui social, Bao Publishing e Zerocalcare annunciano l’ultima uscita del fumettista, prevista per il prossimo 7 maggio. L’opera è in fase di conclusione e la casa editrice si premura di lanciare un avviso ai lettori: “la storia è di una bellezza rara”. E Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, aretino di nascita, ma romano d’adozione – il legame con il quartiere di Rebibbia è uno dei tasselli centrali della sua identità – di cose belle ne ha scritte un po’ negli ultimi anni, costruendo, striscia dopo striscia, storia dopo storia, uno stile inconfondibile, sempre fedele a sé stesso. Dai pochi indizi che ci sono su questa prossima storia, sappiamo che stavolta il fumettista ci racconterà del rapporto con suo padre, personaggio che nei suoi fumetti è impersonato dal padre di Panda Po, in Kung Fu Panda.

Uno dei pochi contenuti autobiografici meno trattati dal fumettista, che dei fatti personali, passati e presenti, ha fatto il punto di origine, lo sfondo su cui poi si sviluppano le vicende delle sue narrazioni. Nella produzione, dall’autobiografismo si passa ai grandi temi sociali di interesse collettivo e a contenuti geopolitici: è il caso dei due reportage giornalistici a mo’ di fumetto, Kobane Calling (2015) e No Sleep Till Shengal (2022). Il mondo dei personaggi del fumettista è costellato, quindi, da figure che fanno parte della sua quotidianità e della sua vita, come gli amici e i genitori. Ma dei genitori è sempre stata la madre a comparire con più frequenza, ritratta nei panni della classica mamma, un po’ negata con l’internet, che si preoccupa per il figlio, del quale mette in discussione scelte e pensieri di vita. Meno definito e meno narrato è stato finora il rapporto con il padre.
Zero è uno di quegli artisti che racconta di aver iniziato a disegnare da sempre, da che ha memoria, e che adesso tutta la sua vita è dedicata a questo lavoro. L’anno della prima pubblicazione in volume delle sue storie è il 2011, con “La profezia dell’armadillo”, un fumetto da lui definito di “autoproduzione assistita”, e prosegue incessantemente negli anni successivi con la pubblicazione di graphic novel e di brevi racconti su più canali (riviste, giornali, il suo blog online).

Diventa il “fenomeno” Zerocalcare con una serie animata, scritta da lui e prodotta da Netflix nel 2021, intitolata “Strappare lungo i bordi”. Metafora di una vita che ci vuole tutti uguali, in cui il nostro compito e dovere, una volta venuti al mondo, è quello di saper strappare lungo i bordi la nostra immagine sociale: rientrare dentro le etichette, dentro i confini, i limiti imposti da qualcuno che non siamo noi. Il successo immediato e meritato è dovuto al fatto che Zero parla per suo conto ma, di fatto, sa parlare a nome di un’intera generazione e quindi sa arrivare all’attenzione di un pubblico vasto. Con questo suo modo di scrivere, a metà tra italiano e romano, tagliente ma anche profondo e sensibile, capace di guardare nelle zone d’ombra proprie e altrui, Zero si è conquistato decisamente il suo spazio nel panorama italiano e internazionale.

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