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Quanto è impossibile avere una donna pilota in F1 (2)

26.04.2023

La Formula 1 non è uno sport esclusivo per il genere maschile. La storia ha conosciuto diverse donne al volante della monoposto, pronte a scattare sulla griglia di partenza e dare il tutto per tutto, sfidando l’impossibile. (Parte seconda)

Tornando alle pilota che corso in F1, la prima donna a partecipare ufficialmente ad un GP di F1 fu la baronessa napoletana Maria Teresa de Filippis nel 1958, sul temibile circuito di Spa in Belgio, al volante della Maserati 250F che l’anno prima aveva vinto il titolo iridato con Juan Manuel Fangio, classificandosi al 10° posto. Maria Teresa iniziò a correre giovanissima nel 1948.

Papà, che forniva corrente elettrica a tutta la Campania, le faceva già guidare la sua auto non ancora maggiorenne, quindi non poté opporre un rifiuto alla figlia prediletta. Sua madre le disse “Vai piano e vinci”. Maria Teresa, scomparsa nel 2016, tra il 1958 ed il ’59 si presentò al via di cinque GP, correndone tre, oltre ad altre corse non valide per il Campionato Mondiale. Decise si smettere quando nel ’59 morì pilota il francese ex-Ferrari e Maserati, Jean-Behra, che gli aveva prestato la sua Porsche per il GP di Monaco. L’ultima donna iscritta al Campionato del Mondo di F1 è stata un’altra italiana, Giovanna Amati, che nel 1992 ha provato a qualificare in tre corse una obsoleta Brabham che ormai non aveva più nella del prestigioso marchio che ha fatto correre anche Niki Lauda e Nelson Piquet. La Amati aveva un buon palmares in F.Fiat Abarth, F3 e F3000, ed effettuò un test con la Benetton; successivamente ha corso con vetture Sport. In mezzo a loro c’è stata Lella Lombardi, anche in questo caso italiana: la prima donna ad aver conquistato punti in F1. In realtà si trattò di mezzo punto, perché la gara, il GP di Spagna 1975 sul tracciato cittadino del Montjuich a Barcellona, fu sospesa prima d’aver percorso la metà della competizione, a causa dell’incidente di Rolf Stommelen che perse l’alettone e causò quattro morti e diversi feriti. Lella Lombardi aveva debuttato con la Brabham privata del RAM Racing, l’anno prima in Gran Bretagna senza qualificarsi, a causa anche in questo caso di un mezzo non proprio di primo ordine. Nel ’75 affiancò alla March Vittorio Brambilla e ottenne oltre al 6° posto in Spagna, anche un 7° in Germania al Nürburgring, l’università della guida. Chiuse la carriera in F.1 nel ’76, dopo aver partecipato a 17 GP, riuscendo a prendere il via 12 volte. In realtà disputò altri due GP non validi per il Mondiale e varie corse in F.5000. Poi vinse tanto con i Prototipi e le vetture Turismo, anche in gare endurance, dove aveva già corso in precedenza. È mancata nel 1992 a causa di un tumore. Oltre alle concorrenti citate, ci provarono anche la sudafricana Désiré Wilson, che prese parte a due gare non valide per il Mondiale, ma non si qualificò in Inghilterra nell’80, quando le sostituirono la monoposto buona con una “carretta”.

Risulta però essere la prima donna ad aver vinto con una monoposto di F1, nel Campionato di F. Aurora che si correva in Gran Bretagna con monoposto formula uno dell’anno prima. La Wilson vinse nell ’80 a Brands Hatch con una Wolf WR4 e sempre quell’anno vinse anche la 6 Ore di Monza valida per il Mondiale Endurance. L’inglese Divina Galica, quattro volte olimpionica di sci nonché ex-detentrice del record di velocità con quasi 201 km/h, protagonista anche in Coppa del Mondo, passò alle auto e provò a qualificarsi in tre gare tra il ’76 e il ’78. Disputò anche due corse non valide per il Mondiale e cinque stagioni in F.Aurora dove ottenne cinque podi, senza però riuscire a vincere. In F.Indy negli USA, ci sono state Lynn St. James, Mika Duno, Sarah Fisher e Danica Patrick, queste ultime due capaci di lottare per la vittoria, purtroppo senza riuscirci. Oggi ci sono Pippa Mann, Ana Beatriz e sempre l’elvetica Simona De Silvestro, che gareggia per un team composto da sole donne, per l’iniziativa “Race for Equality & Change”. Altre donne, invece, sono dirigenti a capo dei programmi racing di marchi importanti, come Laura Klauser, responsabile dei programmi Sport e GT di General Motors.

(Leggi la prima parte dell’articolo)

Credito fotografico:

Foto Maria Teresa de Filippis, Maserati

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