03.05.2024
Possibilità, evoluzione e riscatto sono nell’aria del meraviglioso cielo del Sud Italia. Ne è sicuro Luca Bianchi, direttore generale dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ).
Il Mediterraneo, culla della nostra civiltà, tornerà a risplendere e, forse, finalmente si metterà un punto fermo alla secolare questione meridionale. Luca Bianchi intravede all’orizzonte una possibilità di cambiamento sebbene sia innegabile che «è difficile trovare una risposta semplice e unica per un fenomeno complesso come il divario tra Nord e Sud nel nostro Paese».
Soffia sul Mezzogiorno un vento di riscatto. Secondo l’Istat nel 2023 il Sud ha registrato l’aumento più consistente del tasso di occupazione (+1,6 punti) rispetto al Nord (+1,3 punti al 69,4%), arrivando al 48,2%, ma i numeri non mentono: resta una differenza di ben 21 punti. Da dove partire per superare una volta per tutte il gap?
«È il momento di abbandonare l’idea di meridione come terra arida, priva di opportunità», dice Bianchi che ricorda il successo di 3Sun Gigafactory, la “fabbrica del sole” di Catania che, garantendo energia pulita e rinnovabile, è diventata un fiore all’occhiello in Europa per la produzione di moduli fotovoltaici bifacciali a elevate prestazioni. «Ecco il Sud Che funziona, quello meno raccontato eppure un modello vincente: non solo si produce energia green ma vengono costruiti anche gli strumenti per realizzare l’attività». Il sito, in grado di ricavare 30 Gigawatt all’anno, ha originato 1.000 nuovi posti di lavoro.
Una politica industriale ed energetica capace di individuare e valorizzare le potenzialità del sistema produttivo del Mezzogiorno, che è già «orientato al rafforzamento della filiera europea». Pochi si rendono conto che il Sud gioca un ruolo chiave nello sviluppo del Paese: più di un’azienda su quattro del settore energia o agroalimentare si trova in quest’area. Un ambito strategico per «contrastare il cambiamento climatico e accompagnare la transizione verde».
L’impegno delle imprese non è però sufficiente. «Le condizioni del mercato del lavoro dipendono dagli investimenti infrastrutturali e relativi ai servizi, due facce della stessa medaglia che appartengono al settore privato e al pubblico». L’ultimo Rapporto SVIMEZ delinea tutte «le criticità infrastrutturali italiane caratterizzate da sotto-dotazione al Sud e da saturazione al Nord». Ad esempio, per quanto riguarda la rete ferroviaria del Sud l’alta velocità si estende solo per 181 km di alta (12,3% del totale), mentre la dotazione di infrastrutture stradali del Sud è molto inferiore per estensione della rete autostradale: 1,87 km contro 3,29 al Nord e 2,23 al Centro.
Relativamente a donne e nuove generazioni si gioca una partita importante per il calo della natalità e l’emigrazione verso il nord. «Tra il 2011 e il 2023 la popolazione del Mezzogiorno si è ridotta di oltre 1 milione di persone a fronte di una sostanziale stabilità della popolazione nel Centro-Nord». Di questo passo, si stima che entro il 2080 diminuiranno di oltre 8 milioni i residenti nel Sud Italia, dove «lavorerà in media un occupato ogni due residenti in età non attiva». «Al Sud 7 donne su 10 non hanno un lavoro», un numero coerente con il confronto europeo: «Il tasso dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno è il più basso: in Campania, Puglia e Sicilia è pari al circa il 31%». «Sostenere l’occupazione femminile è il punto di partenza per contrastare il gelo demografico», dice Bianchi.