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La migliore pizzeria al mondo non è italiana

26.10.2024

Poche scelte, ma buone, si contano sulle dita di una mano, eppure per prenotare un tavolo c’è una lista d’attesa quotidiana di mille persone. È così che il maestro della semplicità nel Lower East Side di Manhattan è riuscito a portare la sua piccola pizzeria “Una Pizza Napoletana” sul podio più alto al mondo. La storia.

È aperta solo tre giorni a settimana, dal giovedì al sabato, fa solo 130 coperti a sera, il numero della varietà di pizze si conta su una mano e per avere un tavolo c’è una lista quotidiana di mille persone. È ordinaria amministrazione da “Una Pizza Napoletana”, piccolo locale nel Lower East Side di Manhattan che lo scorso settembre è stato messo sul podio più alto delle miglior pizzerie al mondo. A decretarlo la classifica annuale di 50 Top Pizza World 2024. New York non poteva dare uno smacco peggiore a Napoli, la mecca della pizza, e contrariamente alle tendenze americane, dove la semplicità è spesso un concetto ignorato, Una Pizza Napoletana ha vinto togliendo piuttosto che mettendo. Qui i topping in stile Usa sono off limits, il cliente deve accontentarsi di Marinara, Margherita, Bianca, con Pomodori Freschi, Cosacca oltre ad una speciale cambia ogni giorno in base agli ingredienti del mercato.

Il maestro della semplicità è Anthony Mangieri, 53 anni, originario del New Jersey e con una famiglia che traccia le sue radici tra le province di Salerno e Napoli. Fin da piccolo Anthony si è innamorato dell’Italia attraverso i racconti di sua nonna e quando i suoi genitori lo hanno portato per la prima volta lì, ha sentito come un richiamo delle radici. «Ho sentito un senso di appartenenza – ha spiegato – Mi sono innamorato della cultura. delle persone, del cibo, della cucina e ho scoperto che era molto diversa da quella italo americana».

Anthony ha avuto le mani in pasta sin da adolescente, la sua maestria nella pizza l’ha imparata da autodidatta, provando e riprovando finché non è arrivata la perfezione. «Prima della pizzeria – ha raccontato – ho aperto un forno. La prima sede di “Una Pizza Napoletana” è stata in New Jersey, dal 2004 al 2009. Poi l’ho chiusa e ne ho aperta un’altra in California. Sono io a preparare ogni impasto quindi posso gestire solo un ristornate alla volta.

Sono rimasto sulla West Coast fino al 2018. Lo stesso anno sono tornato a New York e ho aperto dove sono ora, nel Lower East Side, sempre con lo stesso nome. Gli inizi sono stati un fallimento, ero in società con altre persone ma eravamo su pianeti diversi». Anthony cercò quindi una via d’uscita e prese in carico il locale. Tuttavia, fu costretto a chiudere di nuovo per una questione di costi e per l’arrivo del Covid. Quando il mondo sembrava remargli contro, Mangieri riaprì di nuovo in New Jersey. «Fu un successo strepitoso – racconta – anche durante il Covid le persone facevano la fila per il take out. Facevamo sempre tutto esaurito». Il richiamo di Manhattan non si fece attendere e nel marzo del 2022, dopo aver chiuso in New Jersey, Una Pizza Napoletana torna nella vecchia sede nel Lower East Side. Il resto è storia. Da allora la pizzeria è diventata la mecca per i pellegrini della vera pizza napoletana. «Gli americani hanno cambiato i loro gusti in fatto di pizza. All’inizio non la capivanp, il mio prodotto è sempre in evoluzione. È una costante ricerca al miglior impasto, ai migliori ingredienti, al miglior servizio e carta dei vini (solo campani e qualche champagne, ndr) e tutto deve essere in armonia. Il mio locale è l’espressione della cucina raffinata applicata alla pizza».

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