Dove vivremo nel futuro? O, meglio, come saranno le nostre abitazioni? Secondo molti esperti le case del futuro saranno con più verde, più intelligenza digitale, più spazi condivisi per rispondere alle esigenze anche sociali: un mix tra ecosostenibilità e mondo hi-tech.
Futuro urbano
Partiamo da un dato. Secondo i ricercatori del Politecnico di Milano, entro il 2050 il 76% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane, con le città che diventeranno, ancor di più di quello che già sono oggi, il fulcro della vita quotidiana. E di conseguenza, le abitazioni si trasformeranno.
A detta di Stefano Capolongo, direttore del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano, gli spazi dovranno essere più flessibili: “Le case avranno spazi differenti” spiega, intervistato da Focus, “perché i nuclei familiari tendono a essere più piccoli, composti anche da una persona, ma con esigenze diverse: si lavorerà sempre di più in casa, ma si vorranno spazi per curare il fisico e la salute e per avere contatti sociali”. Insomma, si prevedono pareti interne più leggere e mobili per adattare gli spazi a tutte le esigenze, dal lavoro al relax.
Terrazzi e giardini pensili: il verde si fa strada
Se Covid e lockdown ci hanno insegnato qualcosa, è il valore del verde. L’integrazione della natura con l’urbanizzazione, però, non è una novità, e già diverse città ce lo stanno dimostrando: Basilea, con i suoi tetti verdi, o Tirana, con la su Puzzle Tower, o Barcellona, con il suo giardino sospeso Els Terrats d’en Xifré.
Ma tetti verdi, orti urbani e giardini sono destinati a trasformare i panorami cittadini: “I tetti acquisiranno un nuovo valore”, prosegue Capolongo, “non saranno più spioventi, e da luoghi tecnici in cui confinare gli impianti diventeranno giardini da cui godere una vista sulla città e in cui socializzare”.
E ci sono anche grandi aziende che stanno lavorando per assecondare questa evoluzione. Per esempio i pannelli Source, prodotti da un’azienda nell’Arizona, che sono simili a quelli solari, ma che catturano l’umidità dell’aria per produrre acqua pura, che poi viene mineralizzata. O ancora un’azienda della Corea del Sud, che ha brevettato AirFarm, una serra gonfiabile per spazi interni che consente di coltivare ortaggi quasi senza acqua. Come? Sfruttando la coltura aeroponica, in cui le piante non sono in terra, ma tenute su appositi sostegni, con le radici che vengono nutrite con poca acqua nebulizzata e nutrienti.
Energia domestica
Insomma, la sostenibilità sarà al centro delle case del futuro: fotovoltaico di nuova generazione, pompe di calore reversibili e sistemi di accumulo dell’energia saranno elementi fondamentali per rendere gli edifici autosufficienti.
Ad esempio, innovazioni come le piastrelle piezoelettriche, che generano energia dal calpestio, e le comunità energetiche rinnovabili permetteranno di condividere l’energia tra condomìni e imprese. In più, le nuove tecnologie, come il riscaldamento a sabbia studiato dal NERL – National Renewable Energy Laboratory – potrebbero rendere gli edifici delle vere e proprie batterie termiche.
Le case non dovranno solo trattenere calore d’inverno, ma anche rinfrescarsi d’estate. “Da tempo stiamo perseguendo un’idea di casa efficiente dal punto di vista energetico in quanto ben isolata, in grado di trattenere il calore all’interno”, spiega Nicolò Aste, docente del Politecnico di Milano intervistato da Focus. “Ma questo è un modello nato nei Paesi del Nord, dove c’è il problema di proteggersi dal freddo. In Italia sempre di più servirà il raffrescamento estivo”.
Una necessità, questa, che con l’innalzamento delle temperature, e con le estati che saranno sempre più torride, porterà inevitabilmente a un aumento del consumo dell’energia elettrica per l’utilizzo dei sistemi di condizionamento. Grazie a uno studio condotto in Giappone, infatti, si è notato che tra il 2019 e il 2022, nelle giornate più calde, le emissioni di CO2 sono aumentate del 12,3% rispetto alla media mensile. “Ci sarà bisogno di pompe di calore in grado di scaldare e raffrescare, alimentate con energia elettrica da fonti rinnovabili”, conclude Aste.
E qui entrano in gioco nuovi materiali, come il Solar Gate, un tessuto che si deforma in base all’umidità e permette di schermare le finestre senza elettricità. Inoltre, con il supporto dell’intelligenza artificiale, si potrà regolare la temperatura interna in base alla presenza degli abitanti, riducendo così sprechi e ottimizzando i consumi.
Autonomia, domotica e intelligenza artificiale: un nuovo modo di pensare
In questo scenario, poi, la gestione domestica diventerà sempre più automatizzata. Sistemi come le Drone Delivery Station potrebbero facilitare le consegne direttamente nei condomìni, mentre robot domestici potranno assistere gli inquilini. D’altra parte, diverse start-up e i giganti della tecnologia come Apple sono già al lavoro per sviluppare soluzioni per rendere questi dispositivi parte integrante della vita quotidiana. Ancora, l’integrazione tra dispositivi sarà garantita da nuovi protocolli, come per esempio Matter, che permetteranno agli apparecchi di comunicare tra loro indipendentemente dal produttore.
Tutto questo è utopia? Certo che no, perché le potenzialità ci sono, e la casa del futuro potrebbe essere davvero più di un semplice luogo in cui vivere. E potrebbe davvero essere uno spazio flessibile, sostenibile e iperconnesso pensato per migliorare la qualità della vita. Ma è anche certo che bisogna essere pronti ad accogliere il cambiamento, magari iniziando a migliorare gli edifici meno performanti dal punto di vista energetico.