03.05.2024
Vita e lavoro, fragilità umana e professionalità. Secondo Isabella Pierantoni, board member di Italian Institute For The Future e fondatrice di Generation Mover, questi saranno i temi su cui le persone prenderanno le proprie decisioni in ambito professionale.
È difficile immaginare come sarà il mondo del lavoro tra 10 anni. Nel «Rapporto Italia 2032- Il futuro del lavoro» l’Italian Institute for the Future delinea tutto ciò che ancora non si vede all’orizzonte. Una delle sfide più grandi del XXI secolo è la convivenza nel mercato del lavoro di 5 delle 7 generazioni attuali.
Dott.ssa Pierantoni, quali sono i principali trend che emergono dal report?
Sono tre le tendenze principali esaminate: le innovazioni tecnologiche, le intelligenze artificiali generative – IAG, e infine la transizione demografica che sta rimodellando la forza lavoro e i modelli organizzativi. Queste tendenze, amplificate dalla pandemia, hanno permeato ogni aspetto della vita quotidiana, modificando mercati, business, e modelli organizzativi. Le competenze digitali saranno necessarie per 2 milioni di occupati, e per quasi la metà di questi saranno richieste competenze digitali avanzate. Entro i prossimi 5 anni le IAG rivoluzioneranno anche i lavori d’ufficio e creativi, dopo che la robotica aveva già automatizzato l’industria manifatturiera.
Attualmente al mondo convivono 7 generazioni, una situazione mai vista prima. Quali ricadute sull’organizzazione aziendale attuale e del domani?
L’invecchiamento della popolazione sta rimodellando gran parte dei sistemi sociali, economici, produttivi e politici delle economie fino ad oggi più sviluppate. In Italia non ci sono abbastanza giovani per sostituire chi esce dal lavoro, un fenomeno che nei prossimi 15 anni diventerà strutturale e critico per le aziende e per la sopravvivenza della società stessa. Il panorama futuro del mondo del lavoro sarà dalla necessaria ridefinizione dei modelli di lavoro ormai obsolescenti. Si delinea un protagonismo crescente da parte delle generazioni più giovani portatrici di nuove visioni che esigono una formazione continua su capacità e competenze, ma anche flessibilità insieme a un senso più profondo legato del tempo che trascorrono lavorando.
Nel 2028 faranno ingresso nel mondo del lavoro i più giovani delle Gen Z e i più grandi della Gen Alpha. La realtà italiana è pronta per accoglierli?
Purtroppo, no. Le imprese italiane sono ancora indietro nell’adozione delle innovazioni tecnologiche, la produttività è in calo e l’occupazione cresce solo tra le generazioni più adulte. La diminuzione della popolazione giovane e l’aumento dei NEET aggravano la situazione. I giovani della Gen Z e della Gen Alpha si aspettano un mondo del lavoro tecnologicamente avanzato, inclusivo, attento all’ambiente e alla diversità culturale, meritocratico ed equo, con opportunità di crescita chiare e compensi adeguati, anche per questo se ne stanno andando.
Intelligenze Artificiali Generative: quali sono le opportunità e i falsi miti relativamente alla creazione di nuovi posti di lavoro?
Gli studi concordano sul fatto che nel prossimo futuro i lavori più a rischio, a causa delle IAG, saranno i cosiddetti lavori d’ufficio come addetti alla contabilità amministrativa, segretarie, impiegati postali. Ma anche i lavori creativi risentiranno delle IAG che possono rendere obsoleti alcuni lavori come telemarketing, agenti di viaggio o addetti ai call center. L’AI impatterà tutti i settori in modo radicale, in molti casi comporterà una sostituzione completa o parziale di funzioni. Nasceranno nuove professioni, a cominciare da quelle nella green-economy, ma saranno ridefiniti anche mestieri e competenze alla luce delle nuove necessità richieste da macchine innovative e nuovi bisogni dei consumatori-clienti-pazienti.