25 Aprile 2025
/ 25.10.2024

La Romania vieta l’allevamento di animali per pellicce

Il Parlamento rumeno ha approvato una legge che vieta l'allevamento di visoni e cincillà per la produzione di pellicce, rendendo la Romania il 22° Paese europeo a prendere questa decisione. Il divieto entrerà in vigore il 1° gennaio 2027, segnando un passo significativo verso una moda più etica e sostenibile.

Questa decisione arriva dopo anni di campagne da parte delle organizzazioni animaliste, che hanno denunciato le condizioni in cui venivano allevati gli animali destinati all’industria della pelliccia. Un’inchiesta condotta nel 2022 ha rivelato le sofferenze dei cincillà rinchiusi in piccole gabbie metalliche, spesso uccisi brutalmente con metodi crudeli come la rottura del collo o camere a gas improvvisate. Le immagini di questi allevamenti hanno suscitato indignazione pubblica e hanno contribuito a spingere il governo verso una regolamentazione più severa.

L’industria della pelliccia in Romania era già in forte declino. Nel 2013, nel Paese si contavano oltre 150 allevamenti di visoni e cincillà, mentre nel 2022 erano rimasti solo una dozzina. Oltre alla crescente sensibilità etica, anche i rischi per la salute pubblica e l’ambiente hanno giocato un ruolo chiave nella decisione del Parlamento. Gli allevamenti intensivi sono stati identificati come possibili focolai di malattie zoonotiche e, durante la pandemia di Covid-19, diversi Paesi europei hanno chiuso o ridotto drasticamente il numero di impianti per il rischio di diffusione di varianti del virus.

La Romania si unisce così a un elenco crescente di nazioni che hanno vietato gli allevamenti di animali per la produzione di pellicce, tra cui Regno Unito, Italia, Francia, Paesi Bassi e Irlanda. Questa tendenza si inserisce in un più ampio cambiamento a livello europeo, dove il Parlamento UE sta valutando la possibilità di una legislazione comunitaria che vieti definitivamente il commercio di pellicce nei Paesi membri.

La decisione è stata accolta con entusiasmo dagli attivisti per i diritti degli animali, che la considerano un passo decisivo verso la fine dello sfruttamento degli animali per la moda. Tuttavia, alcune associazioni di allevatori e produttori del settore hanno criticato il provvedimento, sostenendo che porterà alla perdita di posti di lavoro e a un aumento delle importazioni di pellicce da Paesi extraeuropei, dove le normative sono meno rigide.

Con questa legge, la Romania si posiziona tra i Paesi che scelgono di allontanarsi da una pratica sempre più contestata, promuovendo alternative più sostenibili ed etiche nel mondo della moda.

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