15 Marzo 2025
/ 14.11.2024

Le imposizioni del nuovo mondo

Il lavoro che invade l’ambiente domestico, i valori di una volta spazzati via dagli ideali dell’innovazione e dagli effetti del mercato globale. L’inconscio virtuale cambierà il nostro modo di porci dinanzi alle saggezze del passato, in quanto sedi di verdetti inappellabili e costitutivi della nostra personalità? Riflessioni sulla vita che cambia.

Il lavoro che invade l’ambiente domestico, i valori di una volta spazzati via dagli ideali dell’innovazione e dagli effetti del mercato globale. L’inconscio virtuale cambierà il nostro modo di porci dinanzi alle saggezze del passato, in quanto sedi di verdetti inappellabili e costitutivi della nostra personalità? Riflessioni sulla vita che cambia.

Il mondo cambia velocemente e con esso mutano le opportunità, gli stili di vita, “la gente”. Nell’era dell’intelligenza artificiale che standardizza, ri-genera e riproduce in serie, quanto conterà far propri i valori che ci sono stati inculcati dalle generazioni che ci hanno preceduto? Le persone di mezza età che operano in contesti aziendali o pubblici caratterizzati dalla continua innovazione e che devono far fronte a queste svolte epocali si trovano catapultate in realtà ricche di nuove possibilità, anche relazionali, di sfide, provenendo, spesso, da mondi culturali molto meno “sofisticati”.

La semplicità con la quale un padre degli anni ‘70/’80 invitava la figlia ad imparare a tenere in ordine la propria casa, a pensare alla propria famiglia con un lavoro stabile, vicino all’abitazione, che garantisse tranquillità, presente e futura, per sé e per i propri cari, è stata spazzata via dall’ondata di rinnovamenti tecnologici, dagli effetti del mercato globale e, con essi, dalla flessibilità sempre più richiesta nelle attuali opportunità lavorative, almeno nei settori emergenti. L’ambiente di lavoro ha avuto accesso a quello domestico grazie a telefonini, a piattaforme di comunicazione e videoconferenza e ad uno smartworking che non distingue gli spazi fisici da quelli simbolici o che ci invita all’assegnazione di significati nuovi. Meglio allora, più che l’antico cestino di frutta del nonno, posizionare sullo sfondo domestico della videochiamata la copertina del libro attuale, intelligente. Nuove aspirazioni dotate di vecchie foto con momenti quasi sbiaditi, pensieri inopportuni nel fuggifuggi quotidiano, rimpianti del tempo che fu, magari da postare sui social per prendersi qualche like. Il rispetto dei valori inscritti nelle generazioni è un punto sul quale riflettere, considerando l’appiattimento prodotto dalla tecnologia.

 L’inconscio algoritmico, spiritualità laica per tutte le età, cambierà il nostro modo di porci dinanzi alle persone (sempre più soggetti virtuali) che hanno più esperienza di vita (reale) alle spalle? Ci dimenticheremo di aver avuto padri con la “loro” cultura, che ci hanno fatto sorridere perché incapaci, pur nella loro “saggezza”, di concepire il funzionamento di uno strumento di connessione sociale nel moderno web? Gli studi antropologici insegnano che i legami familiari sono, prima di tutto, legami sociali. Schemi interpretativi che riproducono disposizioni incorporate, in continuo divenire. Così, ogni incontro è un incontro mancato. Un processo (cognitivo) che si starebbe accelerando. Non serve più, per “crescere”, comprendere e adeguarsi al passaggio inesorabile degli anni, con i genitori, un tempo sedi affidabili di verdetti inappellabili e costitutivi della nostra personalità, che divengono bisognosi dello sguardo attento dei figli.
Le competenze professionali (e insieme umane) per partecipare al nuovo mondo sono inversamente proporzionali all’età e pronte ad assorbire differenze culturali e anagrafiche per sempre.

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