13.01.2025
Viviamo l’inverno più caro della storia del nostro Paese. E riscaldarsi si è trasformato in un problema sempre più difficile da sostenere per le tasche italiane. Per mantenere una temperatura di 20 gradi in un’abitazione da 110 metri quadri in Classe energetica G, servono 23 euro al giorno. Ne bastavano 22 nel 2024, e non più di 14 prima del Covid.
I fattori sono diversi, ma il risultato è letteralmente da brividi. Gli ultimi anni hanno vissuto un importante aumento nel prezzo del gas, innanzitutto a causa dell’instabilità geopolitica dei Paesi fornitori, con la diretta conseguenza dell’inflazione galoppante e del significativo aumento del costo della vita. In conseguenza di tutto questo, il freddo si è trasformato in un problema sempre più difficile da sostenere per le tasche italiane. E infatti l’inverno che stiamo vivendo sarà il più caro della storia del nostro Paese per il riscaldamento delle nostre case.
Nel cuore del problema è andato ECCO Climate, think tank italiano che si occupa di cambiamento climatico e transizione energetica. I dati emersi, facendo un raffronto tra i mesi freddi del 2024-2025 e quelli pre-pandemia (2019-2020), ma anche con solo un anno fa, fanno tremare. Si pensi che attualmente, per mantenere una temperatura di 20 gradi in un’abitazione da 110 metri quadri in Classe energetica G, servono 23 euro al giorno. E se l’anno scorso ne bastavano 22, prima del Covid non si andava oltre i 14. Altro esempio: la bolletta di un appartamento di 70 metri quadri in Classe G a Milano rischia di superare del 20% quelle precedenti al periodo di crisi energetica e addirittura del 68% quelle dell’inverno 2019-2020.
Per capire queste cifre bisogna aggiungere un’analisi sul gas, il cui prezzo si aggira attualmente sui 48 euro al megawattora dopo essere lievitato per anni in conseguenza degli enormi problemi interni dei Paesi che tradizionalmente ce lo forniscono. Al momento i gasdotti sono utilizzati solo in parte, ma gli stoccaggi sono pieni. In più l’inverno 2024-2025 non è stato caratterizzato da misure di sostegno per calmierare i costi, contribuendo all’aumento dei prezzi finali in Italia. Che, infatti, già a novembre hanno superato l’Indice TTF (Title Transfer Facility): la quotazione del gas che funge da riferimento per l’intera Europa.
Il think tank sottolinea inoltre un aspetto tutt’altro che secondario: il parco abitativo d’Italia resta tra i meno efficienti d’Europa, e inevitabilmente riscaldare un appartamento in Classe G richiede più energia e maggiori consumi. Non a caso una delle risposte al problema è l’efficientamento energetico. Basti pensare che, prendendo come campione sempre un appartamento milanese da 110 metri quadri, un giorno di riscaldamento in Classe A può costare 7 euro, in Classe G arriva a 23. Il risparmio complessivo può quindi raggiungere il 65%, e prendendo l’intera stagione invernale sfondare il muro dei 900 euro totali.
È però altrettanto lampante che questo tipo di soluzione non possa essere immediato, tanto più che la Legge di Bilancio ha escluso alcune importanti detrazioni fiscali per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni private. Non resta quindi che optare per il contenimento dei consumi: a Roma abbassare le temperature interne di una casa da 110 metri quadri da 20 a 18 gradi permette di risparmiare 3 euro al giorno e il 18% nell’arco di tutto l’inverno. Una soluzione certo non definitiva, ma un rimedio sì.