27 Luglio 2024
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Ambiente, Cronaca

Oltre mille ipocrisie ambientali

20.03.2024

Un report di oltre mille danni all’ambiente, tra problemi di manutenzione e meri errori umani, ogni anno in Italia. Si parla insistemente di sostenibilità ambientale, ma spesso basterebbero poche migliaia di euro per evitare alcuni fatali conseguenze alla natura. Occorrono garanzie.

Il rispetto dell’ambiente è un problema e al contempo un proposito che l’Italia conosce ormai decisamente bene, anche se non riesce ad affrontarlo in maniera sempre efficace. Eppure, ogni anno si presentano eventi e situazioni che mettono a repentaglio la natura, la nostra salute e anche l’economia tranquillamente definibili come evitabilissimi. Lo sottolinea il rapporto Pool Ambiente 2024, che già dal titolo evidenzia non solo il problema, ma la ricetta per farsene carico: “Riscrivere le priorità per la tutela dell’ambiente e della nostra salute”. Il documento, recentemente presentato alla Camera dei Deputati, parla chiaro: ogni anno in Italia si verificano oltre mille casi di danno all’ambiente. Ma, soprattutto, la maggior parte di essi si potrebbe evitare.
Di essi il 69,1% è frutto di manutenzione scarsa o errata, mentre il 17,1% si verifica a causa di un mero errore umano. Danni all’ambiente sui quali si potrebbe dunque intervenire in maniera fattiva e concreta, con il risultato di ridurre tali incidenti sia dal punto di vista della quantità che della loro gravità complessiva. E il rapporto Pool Ambiente 2024 ha stimato che, con investimenti che non di rado ammontano anche a poche migliaia di euro, i casi annuali di danno all’ambiente in Italia potrebbero ridursi fino a un monumentale 73%.

Per farsi un’idea basta passare in rassegna i tipi di incidenti che si verificano con più frequenza sul nostro territorio. Il 40,5% riguarda problematiche a serbatoi, vasche e condotti interrati, il 22,8% aree di impianto, deposito e movimentazione, mentre un 10,1% deriva da incendio, scoppio o esplosione. In più, c’è un altro aspetto da considerare con grande attenzione: l’Italia risulta essere estremamente indietro per quanto riguarda la copertura assicurativa in materia di responsabilità ambientale. Ania (Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici) stima che a tutto il 2021 aveva attivato questo tipo di polizza appena lo 0,45% delle aziende nostrane.
Lisa Casali, manager di Pool Ambiente, è andata più a fondo sulla questione: «Una polizza di responsabilità ambientale non si limita a garantire che le risorse naturali danneggiate siano oggetto di ripristino. Si tratta infatti soprattutto di un importantissimo strumento di supporto e di incentivo per le imprese, che sono sostenute nell’obiettivo di gestire i rischi di danno all’ambiente nella migliore maniera possibile. Tanto più che si garantiscono un’efficace prevenzione dei danni e, in caso di incidente, interventi tempestivi».

Casali ha inoltre ricordato i rischi a cui si espongono le organizzazioni prive di assicurazioni sui danni all’ambiente: in caso di interventi d’emergenza i costi sono spesso molto alti, avendo tra le possibili conseguenze non solo una riduzione della qualità della vita nelle aree interessate, ma anche pesanti esborsi dal punto di vista economico, con lo spauracchio della perdita di posti di lavoro o addirittura del fallimento delle aziende stesse.

 

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