Roma, città eterna, città dai due volti. Da una parte la sua bellezza, che da secoli la rende famosa in tutto il mondo; dall’altra, le sfide quotidiane: traffico, overtourism, pressione antropica. Sfide che, inevitabilmente, provocano un impatto sull’ambiente. Ma la città prova a invertire la rotta: grazie a un accordo biennale tra il I Municipio e l’associazione Plastic Free Onlus, la capitale introduce un piano di interventi diffusi su scuole, strade aree verdi e lungo le sponde del Tevere.
Il documento prevede una serie di attività che spaziano dalla pulizia del territorio alla riqualificazione degli spazi urbani, passando per l’educazione ambientale rivolta agli studenti. Il Municipio punta a costruire una rete stabile di cittadini volontari e di “sentinelle ambientali”, chiamati a segnalare l’abbandono illecito dei rifiuti e a collaborare nelle iniziative di pulizia. Parallelamente, una serie di campagne informative per correggere le cattive abitudini che ancora oggi sono tra i principali fattori di dispersione dei rifiuti. “Con questo protocollo rafforziamo il nostro impegno per un territorio più pulito, sano e partecipato. La collaborazione con Plastic Free ci permette di coinvolgere ancora di più scuole, associazioni e cittadine e cittadini in un percorso concreto di tutela dell’ambiente”, ha commentato Lorenza Bonaccorsi, presidente del I Municipio.
I numeri globali
Per capire più a fondo l’importanza di questa iniziativa, bisogna tener presente i numeri globali. Nel mondo vengono immessi sul mercato ogni anno oltre 410 milioni di tonnellate di plastica, di cui una parte significativa è leggera e difficilmente degradabile, sfugge alla raccolta e si disperde nell’ambiente. In questo panorama, Roma rappresenta uno dei casi più critici del Mediterraneo: il Wwf ha segnalato più volte la quantità di plastica che, attraverso la rete di canali, scarichi urbani e corsi d’acqua, raggiunge il mare.
Nel Tevere, oltre l’80% dei rifiuti galleggianti è costituito da plastica. Ma non è solo un problema fluviale, perché le plastiche disperse arrivano fino al mare: i monitoraggi hanno rilevato densità allarmanti di microframmenti di plastica vicino agli estuari e lungo le rotte marine che interessano il Lazio. Sulle spiagge italiane, dove Legambiente da anni monitora lo stato dei litorali, la plastica monouso continua a essere tra i rifiuti più presenti. E il fenomeno non resta confinato all’ambiente: le microplastiche, ormai diffusissime nella catena alimentare, rappresentano una potenziale minaccia anche per la salute umana.
Cambiare è possibile
Dunque, l’accordo tra il I Municipio di Roma e Plastic Free punta a contrastare questa deriva su più livelli e a dimostrare che il cambiamento è davvero possibile. Le giornate di “clean-up”, già sperimentate in diverse città europee, hanno dimostrato di poter ridurre significativamente la quantità di plastica nell’ambiente urbano quando vengono ripetute con continuità. Ma soprattutto creano un effetto culturale: chi partecipa tende a sviluppare una maggiore attenzione verso il corretto smaltimento e, in molti casi, a diventare promotore di buone pratiche.
Ancora, anche la scuola può essere un potente motore di cambiamento: introdurre gli studenti a temi come ciclo dei materiali, riciclo e impatto delle microplastiche significa formarli come futuri consumatori consapevoli. E i dati lo dimostrano: dove sono stati adottati programmi analoghi, si è registrato un sensibile calo dell’abbandono dei rifiuti plastici nell’arco di pochi anni.
Infine, un ultimo aspetto dell’accordo riguarda il turismo sostenibile. Le passeggiate ecologiche che uniscono storia e tutela ambientale sono pensate per coinvolgere non solo i turisti, ma anche i cittadini in una nuova narrazione della città: non più solo monumentale, ma anche vulnerabile, da proteggere.
Una sfida ambiziosa
L’intesa firmata dal I Municipio e da Plastic Free Onlus per svilupparsi a pieno necessita di monitoraggio, risorse e continuità. Serviranno dati puntuali, segnalazioni e partecipazione civica per misurare in concreto l’impatto del cambiamento. Serviranno anche strumenti, volontari e supporto logistico per rendere regolari le iniziative, e servirà integrare questo protocollo con le politiche di Ama, con la raccolta differenziata e con gli interventi sul verde. Insomma, una sfida ambiziosa, ma non irrealizzabile.
“Il protocollo firmato dal primo Municipio e Plastic Free unisce tutela del territorio e cura della comunità”, dichiara Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale. “Organizzare giornate di sensibilizzazione e attività collettive permette ai cittadini di riavvicinarsi al territorio e contribuire in modo attivo a contrastare il fenomeno dell’inquinamento da plastica, una forma di contaminazione a cui si affianca l’inquinamento da microplastiche, molto spesso invisibile, che possono ormai essere rilevate negli animali, nelle persone e nelle piante. Le politiche che stiamo mettendo in campo come amministrazione sono diverse, a partire dai progetti con Plastic free fino alla collaborazione con Coripet, che ha come obiettivo condividere azioni mirate al miglioramento della raccolta delle bottiglie di plastica. E la partecipazione dei cittadini è fondamentale per rendere la capitale una città più sostenibile, con benefici ambientali, sociali ed economici”.
