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Sicurezza

Nuove modalità di protezione per i minori esposti al Web

03.06.2023

Il Movimento Italiano Genitori presenta un esposto al Garante per la Privacy chiedendo di impedire che i minori navighino in Rete senza controllo.

Sono sempre più numerosi gli utenti con meno di 13 anni iscritti ai social network che molto spesso danno consensi senza valore legale esponendo i minorenni a contenuti non sempre idonei. A denunciarlo è il Moige, Movimento Italiano Genitori, che ha presentato un esposito al Garante per la Privacy, denunciando una situazione che pare stia sfuggendo di mano, in quanto è diventata largamente fuori controllo. La segnalazione pone l’attenzione su una questione giuridicamente rilevante: i social, nel momento in cui si apre un account, chiedono di sottoscrivere un vero e proprio contratto, accettandole norme e il regolamento, insieme al trattamento dei propri dati. «L’iscrizione è gratuita, ma, di fatto, queste aziende ottengono denaro da aziende esterne, attraverso la somministrazione di contenuti sponsorizzati agli iscritti» – evidenzia il Moige.

Se per l’ordinamento italiano un minore d’età non può lecitamente disporre dei propri diritti ed interessi, ai social è invece permesso attualmente lo sfruttamento dei dati anche degli utenti che hanno meno di 18 anni. La conseguenza è quella di ritrovare un adolescente esposto al rischio di esibizione di immagini, anche a carattere abusivo e violento, che penetrano nella sfera visiva conoscitiva e psichica, senza che venga data alcuna possibilità di discernimento, quindi di analisi, valutazione e scelta rispetto ai messaggi veicolati dai social. La preoccupazione è crescente pure alla luce dello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale che i social utilizzano e le cui implicazioni non sono ad oggi del tutto valutabili.

Il Moige ha chiesto espressamente al Garante per la Privacy di porre in essere «ogni attività volta a impedire il rischio di esposizione dei minori a contenuti violenti, inappropriati, di natura pornografica, che compromettano il loro corretto sviluppo psichico, e al tempo stesso lo sfruttamento economico dei loro dati personali». In altri termini, la richiesta attiene a una tutela che passi dalla verifica dell’identità dell’utente, attraverso documentazione anagrafica ufficiale, e il divieto di trattamento e commercializzazione dei dati dei minori. In realtà, per proteggere i nativi digitali al di sotto dei 13 anni, oltre la metà dei quali statisticamente naviga in Rete senza controllo dei genitori, esiste già la funzione Parental Control. Si tratta di un sistema che funziona da filtro famiglia, senza limitare l’accesso al web, ma impedendo che i figli minori aprano pagine con contenuti violenti, immorali e inadatti all’età.

Il Parental Control è disponibile su tutti i sistemi operativi, da Apple ad Android, mentre Google mette a disposizione dei genitori la app Family Link, con cui è possibile visualizzare la cronologia delle pagine visitate e bloccare l’accesso a siti inappropriati. Le modalità di protezione sono disponibili anche per i contenuti video di YouTube, che è uno dei siti più visitati dai giovanissimi. Una cosa è necessaria: non lasciare che i minori vadano alla deriva nel grande mare del web.

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