25 Aprile 2025
/ 21.01.2025

Ondate di calore, alluvioni e tempeste mettono in crisi infrastrutture e trasporti: l’Unione Europea vuole testare la resilienza delle reti strategiche

railroad station with train in city

Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana, ma una realtà che sta già mettendo in crisi le infrastrutture europee

Nell’ultimo anno, eventi meteorologici estremi hanno causato blackout diffusi, interruzioni dei trasporti e danni alle reti energetiche e di telecomunicazione, esponendo la vulnerabilità dei sistemi che sostengono la vita quotidiana di milioni di persone.

A fronte di questa situazione, la Commissione Europea ha annunciato l’introduzione di “stress test climatici” per le grandi reti di trasporto, energia e comunicazione, con l’obiettivo di valutare la loro capacità di resistere agli eventi estremi e pianificare interventi di rafforzamento.

Perché gli stress test climatici sono necessari

Negli ultimi mesi, diversi episodi hanno dimostrato come il riscaldamento globale stia già avendo un impatto devastante sulle infrastrutture:

  • L’ondata di calore record dell’estate 2024 ha portato a interruzioni nella rete elettrica in diverse città europee, con blackout dovuti alla domanda eccessiva di energia per il raffreddamento;
  • Forti alluvioni e tempeste hanno sommerso intere regioni, danneggiando ferrovie e strade, rendendo impossibili gli spostamenti per giorni;
  • Venti e incendi intensificati dalla siccità hanno compromesso le linee elettriche e di telecomunicazione, lasciando isolate intere aree.

La UE vuole ora mappare il rischio climatico per ogni settore strategico e individuare misure di adattamento prima che sia troppo tardi.

Come funzioneranno gli stress test climatici

L’idea è quella di applicare alle infrastrutture pubbliche e private lo stesso principio usato per le banche dopo la crisi finanziaria del 2008: simulare scenari estremi e valutare quanto le reti siano in grado di sopportarli.

I test riguarderanno:

  • le reti ferroviarie e stradali, per verificare la tenuta delle infrastrutture in caso di alluvioni o ondate di calore estreme;
  • il sistema elettrico, per capire come proteggere gli impianti da sovraccarichi e incendi;
  • le telecomunicazioni, per assicurare che non collassino durante eventi meteo estremi;
  • gli impianti idrici, per prevenire crisi dovute a siccità prolungate o contaminazioni legate a eventi alluvionali.

Quali saranno le prossime mosse?

La Commissione UE prevede di avviare i primi test già nel corso del 2025, coinvolgendo operatori nazionali e aziende strategiche. I risultati serviranno a definire un piano europeo di adattamento climatico per le infrastrutture, con obblighi di aggiornamento e nuovi investimenti per la resilienza.

L’obiettivo è chiaro: prepararsi a un futuro in cui eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti e intensi, evitando interruzioni che possono paralizzare intere nazioni.

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