Nell’ultimo anno, eventi meteorologici estremi hanno causato blackout diffusi, interruzioni dei trasporti e danni alle reti energetiche e di telecomunicazione, esponendo la vulnerabilità dei sistemi che sostengono la vita quotidiana di milioni di persone.
A fronte di questa situazione, la Commissione Europea ha annunciato l’introduzione di “stress test climatici” per le grandi reti di trasporto, energia e comunicazione, con l’obiettivo di valutare la loro capacità di resistere agli eventi estremi e pianificare interventi di rafforzamento.
Perché gli stress test climatici sono necessari
Negli ultimi mesi, diversi episodi hanno dimostrato come il riscaldamento globale stia già avendo un impatto devastante sulle infrastrutture:
- L’ondata di calore record dell’estate 2024 ha portato a interruzioni nella rete elettrica in diverse città europee, con blackout dovuti alla domanda eccessiva di energia per il raffreddamento;
- Forti alluvioni e tempeste hanno sommerso intere regioni, danneggiando ferrovie e strade, rendendo impossibili gli spostamenti per giorni;
- Venti e incendi intensificati dalla siccità hanno compromesso le linee elettriche e di telecomunicazione, lasciando isolate intere aree.
La UE vuole ora mappare il rischio climatico per ogni settore strategico e individuare misure di adattamento prima che sia troppo tardi.
Come funzioneranno gli stress test climatici
L’idea è quella di applicare alle infrastrutture pubbliche e private lo stesso principio usato per le banche dopo la crisi finanziaria del 2008: simulare scenari estremi e valutare quanto le reti siano in grado di sopportarli.
I test riguarderanno:
- le reti ferroviarie e stradali, per verificare la tenuta delle infrastrutture in caso di alluvioni o ondate di calore estreme;
- il sistema elettrico, per capire come proteggere gli impianti da sovraccarichi e incendi;
- le telecomunicazioni, per assicurare che non collassino durante eventi meteo estremi;
- gli impianti idrici, per prevenire crisi dovute a siccità prolungate o contaminazioni legate a eventi alluvionali.
Quali saranno le prossime mosse?
La Commissione UE prevede di avviare i primi test già nel corso del 2025, coinvolgendo operatori nazionali e aziende strategiche. I risultati serviranno a definire un piano europeo di adattamento climatico per le infrastrutture, con obblighi di aggiornamento e nuovi investimenti per la resilienza.
L’obiettivo è chiaro: prepararsi a un futuro in cui eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti e intensi, evitando interruzioni che possono paralizzare intere nazioni.