13 Giugno 2025
/ 11.06.2025

Al Circeo la prima centralina europea che misura la visibilità

Nel cuore del Parco Nazionale del Circeo debutta una tecnologia pionieristica per trasformare la qualità di un panorama in un indicatore scientifico di qualità dell’aria

Non è solo una questione di bellezza: vedere nitidamente un paesaggio non è solo un piacere per gli occhi, ma anche un segnale tangibile della qualità dell’aria che respiriamo. È questo il messaggio forte e chiaro che arriva dal Lago dei Monaci, nel Parco Nazionale del Circeo, dove è stata inaugurata la prima centralina europea dedicata al monitoraggio della “visibilità” atmosferica. Il progetto, frutto della collaborazione tra i Carabinieri Forestali ed Enea, segna l’adozione per la prima volta in Europa del protocollo americano I.M.PRO.V.E. (Interagency Monitoring of PROtected Visual Environment), sviluppato per valutare l’impatto degli inquinanti sulla trasparenza dell’aria.

“È una giornata storica per la tutela ambientale”, ha dichiarato il colonnello Giancarlo Papitto, project leader di LIFE MODERn(NEC), il programma europeo da cui nasce l’iniziativa. “Stiamo trasformando la qualità visiva di un panorama in un parametro misurabile, utile a comprendere quanto sia compromesso il nostro ambiente”.

Occhi puntati sul Monte Circeo

La centralina sorge in un punto strategico, con una visuale panoramica sul Monte Circeo, scelto come riferimento ottico per la valutazione della visibilità. Il cuore tecnologico del sistema combina campionatori di particolato fine (PM2.5 e PM10), analizzatori per gas inquinanti, sensori meteorologici e una telecamera ad alta definizione che fotografa ogni giorno lo stesso scorcio, permettendo il confronto delle condizioni atmosferiche nel tempo.

“La visibilità è un indicatore che la gente può percepire direttamente”, spiega Ettore Petralia, ricercatore Enea e responsabile scientifico del progetto. “Utilizziamo un algoritmo messo a punto alla Colorado State University per calcolare un coefficiente di estinzione luminosa, che riflette la quantità di luce dispersa o assorbita dagli inquinanti in sospensione. I primi dati indicano che a compromettere maggiormente la visibilità sono i solfati e i nitrati di ammonio, prodotti secondari di reazioni chimiche in atmosfera”.

Un paesaggio che parla anche alla Costituzione

Oltre al valore scientifico, la centralina rilancia un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario: il paesaggio è un bene comune da tutelare, anche dal punto di vista ambientale. “La nostra Costituzione – ricorda Papitto – tutela il paesaggio all’articolo 9. Non si tratta solo di un patrimonio estetico, ma di un indicatore ecologico. Un paesaggio offuscato non è solo meno bello, è anche meno sano”.

Il progetto punta a diventare un modello replicabile. Dopo il Circeo, sarà la volta dello Stelvio, dove una seconda stazione verrà installata nei pressi di Bormio. I test preliminari sono già stati condotti nella Riserva Naturale di Vincheto di Celarda, in Veneto, confermando la validità del metodo anche in contesti montani.

Educazione ambientale e monitoraggio continuo

All’inaugurazione, oltre a tecnici e istituzioni, hanno partecipato anche gli studenti di ecobiologia della Sapienza di Roma, che hanno potuto osservare da vicino il funzionamento delle strumentazioni. È stato un momento di educazione ambientale concreto, dove la scienza ha mostrato come può dialogare con la tutela del paesaggio.

La stazione effettuerà campionamenti ogni tre giorni, per tracciare un profilo preciso dell’evoluzione dell’inquinamento atmosferico. I dati raccolti saranno cruciali per identificare le fonti inquinanti, pianificare interventi e rafforzare la consapevolezza dell’opinione pubblica. “La compromissione della visibilità è l’effetto più immediatamente percepibile dell’inquinamento”, conclude Petralia. “Proteggerla significa difendere l’ambiente ma anche il nostro diritto a guardare il mondo in modo limpido”.

L’iniziativa, che coinvolge anche Legambiente, Crea e il personale del Parco del Circeo, si inserisce nella campagna “Visibility Italia” come avamposto di una nuova stagione per il monitoraggio ambientale. Un approccio che, partendo dalla qualità di ciò che vediamo, ci aiuta a misurare quella – ben più difficile da percepire – dell’aria che ci circonda.

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