15 Marzo 2025
/ 4.03.2025

Tesla ed Elon Musk: è il momento dello schianto?

Quello che un tempo era un marchio quasi idolatrato oggi sta vivendo un’ondata di critiche e abbandoni.

Il motivo? Il patron della Tesla, Elon Musk, genio visionario dietro l’azienda, ma anche una delle figure più divisive del panorama globale. Sempre più ex sostenitori si stanno dissociando dal brand, infastiditi dalle sue dichiarazioni e dalle sue scelte politiche.

Il primo segnale evidente di questa frattura è il calo delle vendite. In Germania, uno dei mercati chiave per Tesla, a gennaio 2025 le immatricolazioni sono diminuite del 59% rispetto all’anno precedente. In altri Paesi europei il trend è simile, con una flessione significativa anche in Francia e nel Regno Unito. Nel frattempo, negli Stati Uniti si moltiplicano i segnali di malcontento tra i proprietari di Tesla. Sui social media circolano foto di auto con adesivi che recitano: “L’ho comprata prima che Elon impazzisse”. Altri utenti, invece, hanno deciso di vendere la loro vettura per non essere più associati al marchio. La frustrazione è tangibile e ha dato vita a un vero e proprio fenomeno di costume, con l’hashtag #BoycottTesla che ha preso piede sui social network, amplificando la portata della protesta.

La vicenda
Le cause di questa ribellione sono molteplici. Se un tempo Musk veniva visto come un anticonformista geniale, oggi il suo atteggiamento appare sempre più polarizzante. Il suo avvicinamento a movimenti politici di estrema destra ha allontanato una parte importante della clientela Tesla, da sempre vicina ai valori progressisti e ambientalisti. In Germania, il suo endorsement all’AfD ha scatenato un’ondata di critiche, mentre negli Stati Uniti alcune sue dichiarazioni controverse hanno contribuito a deteriorare ulteriormente la sua immagine. A tutto questo si aggiungono le accuse di mancanza di sensibilità su temi sociali, le battute fuori luogo e la crescente percezione che Tesla non sia più l’azienda visionaria e inclusiva che molti credevano.

Le proteste contro Musk e Tesla non si limitano ai social. Negli Stati Uniti si sono verificate manifestazioni nei concessionari dell’azienda. A New York, un gruppo di attivisti ha interrotto un evento promozionale, e nove persone sono state arrestate. In altre città, alcuni proprietari di Tesla hanno vandalizzato le proprie auto con scritte di dissenso, mentre un’inserzione pubblicitaria virale con lo slogan “Don’t buy a Swasticar” ha scatenato un acceso dibattito online. Il messaggio è chiaro: il nome Tesla non è più sinonimo di avanguardia, ma di controversia.

La reazione di Musk
Di fronte a questa crisi d’immagine, Musk ha reagito come spesso fa: provocando. Ha definito i critici “ipocriti” e minimizzato il problema, insistendo sul fatto che le polemiche non intaccheranno il successo dell’azienda. Tuttavia, Tesla ha dovuto mettere in campo nuove strategie per rilanciare il marchio. Tra queste, forti sconti su alcuni modelli, incentivi all’acquisto e un’espansione delle garanzie. Parallelamente, l’azienda sta cercando di rafforzare la sua presenza in Europa con l’acquisizione di asset della tedesca Manz AG, specializzata nella produzione di batterie.

La parabola di Elon Musk e Tesla dimostra quanto l’immagine di un’azienda possa essere legata alla personalità del suo leader. Un tempo celebrato come un innovatore rivoluzionario, oggi Musk divide, e la sua ombra si allunga sempre più sul destino del marchio. La domanda è inevitabile: riuscirà a riconquistare la fiducia del suo pubblico o siamo di fronte all’inizio della fine di Tesla?

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