14 Marzo 2025
/ 14.03.2025

La Groenlandia vota a destra ma snobba Trump

Sermitsaq

“Il nostro Paese è nell’occhio del ciclone”, aveva affermato in un video su Facebook il primo ministro uscente della Groenlandia, Mute Egede – che proprio ieri ha compiuto 38 anni – dopo aver votato dal seggio elettorale a Nuuk, la capitale.

Si sono infatti chiuse alle 23 di ieri ora italiana le urne per rinnovare l’Inatsisartut, il Parlamento dell’isola artica situato a Nuuk. Il partito centrista liberale dei Demokraatit (Democratici) ha vinto le elezioni con il 29,9 per cento dei voti, superando i partiti di sinistra della coalizione di governo.

 “Penso che siamo stati chiari nel dare il nostro messaggio agli elettori. Ma non mi aspettavo che le elezioni avrebbero cambiato così tanto la politica groenlandese – ha detto Jens-Frederik Nielsen, il leader dei Demokraatit – Certo che siamo contenti, ma siamo consapevoli che le persone ci hanno dato una grande responsabilità. Si può dire che il processo elettorale è finito, ma è solo ora, con l’inizio dei negoziati, che comincia il vero e proprio lavoro politico”. 

I numeri non consentono ai Democratici di governare in autonomia. Pertanto, saranno costretti ad allearsi con un altro partito per governare, perché non hanno la maggioranza dei 31 seggi nel Parlamento groenlandese. Il trentatreenne Nielsen, poco dopo l’uscita dei risultati, ha dichiarato che “i democratici sono aperti a colloqui con tutti i partiti e cercano l’unità. Soprattutto con quello che sta succedendo nel mondo”. Nielsen, personaggio molto conosciuto nel suo Paese per la sua attività sportiva, è il candidato che ha utilizzato le parole più dure contro Donald Trump, definendo le provocazioni del presidente Usa come “una minaccia alla nostra indipendenza politica”.

L’indipendenza dal Regno di Danimarca, di cui la Groenlandia fa ancora parte nonostante abbia ampie autonomie di governo dal 1979, è stato il principale argomento di discussione della campagna elettorale. Il tema è tornato in primo piano dopo che il Paese è finito nuovamente nel mirino di Donald Trump che punta dichiaratamente a qualche forma di annessione. Ma i groenlandesi sono fieri della loro identità. “La Groenlandia è nostra. Non vogliamo essere né americani, né danesi. Siamo groenlandesi. Gli americani e il loro leader devono capirlo”, aveva scritto il premier Múte B. Egede sul suo profilo Facebook. La Groenlandia non ha un esercito ed è difesa dalla Danimarca e dalla Nato.

Le elezioni sono state indette dal primo ministro proprio dopo le dichiarazioni di Trump. La maggior parte dei groenlandesi non vuole diventare americana e nessuno dei cinque partiti in Parlamento lo ha sostenuto sebbene tre dei cinque partiti politici vogliano l’indipendenza dalla Danimarca. Per evitare influenze esterne, il Parlamento ha recentemente approvato una legge che vieta sia le donazioni anonime che quelle straniere nella campagna elettorale.

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